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Bandiere palestinesi esposte in Aula, urla contro i banchi del governo, il leader dei Verdi Angelo Bonelli che legge uno a uno i nomi dei bambini palestinesi uccisi dai bombardamenti israeliani. È stata una giornata ad alta tensione quella di ieri a Montecitorio, dove si discutevano le mozioni su Gaza tra cui quella di maggioranza, approvata con 166 sì, 110 no e 8 astenuti, e quella di Pd- Avs- M5S, respinta con 116 no e 111 sì. Bocicati anche i testi di Azione, con 164 no e 13 sì, mentre è stata votata per parti separate la mozione di Italia viva.
Nel testo di maggioranza si legge che la Camera impegna l’esecutivo «a lavorare affinché le parti, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, giungano all’immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, al ripristino delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza».
Si parla anche della necessità di «due popoli, due Stati» e si invita il governo di Benjamin Netanyahu a far entrare i camion di “Food for Gaza” così da sopperire anche se in minima parte alla carestia di cibo in corso nella Striscia. «Siete complici di quello che sta avvenendo, è una responsabilità politica di cui dovrete rispondere alla storia, alla giustizia internazionale, al vostro Paese e ai vostri elettori», ha detto Nicola Fratoianni rivolto al governo mentre il gruppo di Avs al termine della dichiarazione di voto del leader di SI ha sventolato le bandiere della Palestina. «Avete ricostituito l’asse Roma- Berlino, avete coperto di infamia e vergogna il Paese e le istituzioni - ha aggiunto - Ma questo Paese non si farà coprire di vergogna e di infamia, se non sarete voi a tirarci fuori da questa infamia saranno gli italiani a farlo».
L’esponente di Avs, tra le altre cose, sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania ha parlato di «soluzione finale per la questione palestinese» perché «oggi è in vigore, tecnicamente, un regime di apartheid, non può essere definito in altro modo». E se il suo compagno di alleanza e leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ha letto in Aula i nomi di decine di bambini uccisi dai bombardamenti israeliani, ancor più duro, se possibile, il leader M5S, Giuseppe Conte. «Quasi 50mila Palestinesi trucidati, oltre 15 mila bambini ha spiegato - qui non siamo di fronte ad eventuali errori, tutto questo ha un solo nome, scandiamolo bene: genocidio. È uno sterminio di donne, bambini, giornalisti, operatori umanitari, medici, infermieri e pazienti». Il tutto mentre a Jenin, in Cisgiordania, una delegazione di diplomatici europei veniva presa di mira da colpi d’arma da fuoco sparati dall’Idf, con conseguente convocazione dell’ambasciatore israeliano in Italia da parte del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, d’accordo con la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La quale tuttavia è stata presa di mira dalle opposizioni, tra cui lo stesso Conte. «Giorgia Meloni non ci racconti più la vicenda di una madre, di una cristiana, di una patriota - ha tuonato l’ex presidente del Consiglio - Una cristiana non si gira dall’altra parte quando fanno a pezzi i bambini. Una patriota vera non fa spallucce mentre un intero popolo viene privato della sua terra».
Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, «bisogna fermare questi crimini, la comunità internazionale e il governo italiano devono fare qualsiasi cosa per fermare questo massacro. Non solo. Il governo esprima una ferma condanna» nei confronti di Israele, «si adoperi per un cessate il fuoco e per sbloccare gli aiuti umanitari» a Gaza, ha detto la leader dem, dove «c’è l’inferno in terra con più di 50mila morti, 15mila bambini».
Diversa la linea del leader di Azione, Carlo Calenda, il quale agirebbe a livello europeo perché si arrivi a un piano di sanzioni se Netanyahu va avanti. «Qui siamo davanti a crimini contro l’umanità - ha detto Calenda - Bisogna prendere sanzioni se non si ferma e non fa il cessate il fuoco. Se Israele mette una bomba sotto un leader di Hamas per me va benissimo. Sono terroristi, ma quello che sta accadendo è un modo per riappropriarsi di Gaza e mandare via la popolazione palestinese e non è accettabile».
E se per Magi di Più Europa «anche l’Unione europea rivedrà il trattato di associazione con Israele firmato nel 1995 e in vigore dal 2000 per palese violazione dei diritti umani» ma «l’Italia ha invece deciso di votare contro, offrendo un immotivato assist a Netanyahu, invece avrebbe dovuto unirsi allo sforzo europeo per fare pressioni sul governo israeliano affinché interrompa questa operazione folle», per Davide Faraone di Iv «il governo italiano deve cambiare passo» per poi chiedersi se «il fatto di non aver accettato la nostra richiesta di condannare con fermezza il piano di occupazione di Gaza - come fatto da Regno Unito, Francia e Canada - è un modo per dirsi d’accordo» .