«Sano patriottismo sì, stupido nazionalismo no»: così si è espresso Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, nel suo discorso ad una seduta straordinaria del parlamento regionale del Saarland, in Germania.

Spesso nel mirino dei partiti nazionalisti ed euroscettici che vedono in lui il prototipo del politico europeo che vorrebbe togliere sovranità ai popoli, Juncker vuole sfatare l’immagine del tecnocrate vicino ai “poteri forti” che gli è stata cucita addosso dalla propaganda.

Riferendosi al risorgere dei sovranismi nel Vecchio Continente, il capo della Commissione ha affermato che «solo uniti gli europei avere influenza reale nel mondo, solo insieme possiamo gestire il nostro futuro».

Juncker ha anche spiegato che la sua idea di Unione europea non è un progetto contro gli Stati nazionali: «Lo ripeto: io non sono favorevole all’idea degli Stati uniti d’Europa: l’Europa non si costruisce contro le nazioni, si fa con le nazioni. Le persone vogliono rimanere lussemburghesi, francesi o cittadini del Saarland».

D’altronde, aggiunge il capo della Commissione, «bisogna rendersi conto che siamo il continente più piccolo, i nostri vicini diretti sono molto più grandi e competitivi.

La dinamica della nostra crescita rispetto a loro è in calo, anche dal punto di vista demografico non siamo certo in condizioni strabilianti.

Non è certo il momento di gettarsi sulla dimensione nazionale, solo insieme possiamo avere un peso a livello globale e vincere le sfide del futuro», ha concluso Juncker che stamane sarà a Roma per incontrare il premier Giuseppe Conte, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e l’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano.