É un’Italia viva rinfrancata dai recenti “acquisti” da Pd e Azione quella che arriva al Congresso di sabato a Napoli, con un orizzonte chiaro: le Europee 2024. Tanto che il tiolo scelto per la kermesse parla chiaro, “365 all’alba, l’alternativa è riformista”, dove il riferimento numerico è ai giorni che mancano alle prossime consultazioni comunitarie e quell’aggettivo serve a mettere giusto un po’ di pressione alla minoranza Pd, alle prese in queste ore con la querelle tra la segretaria Elly Schlein e la famiglia De Luca, oltre che a tenere a bada gli screzi tra i pro-Kiev e i contrari all’invio di armi dopo il caso Ciani.

«Per evitare che l’Europa cada nelle mani dell’estrema destra l’unica possibilità è l’affermazione dello schieramento politico di Renew Europe», ha scritto Matteo Renzi nell’ultima newsletter, mentre prepara l’ennesimo côup de théâtre proprio a Napoli. Fonti vicinissime all’ex presidente del Consiglio parlano di «un annuncio imminente» che sarà fatto proprio al Centro congressi della stazione marittima di Napoli, sede dell’evento. L’ingresso di qualche big di partito in Italia viva? La formazione di gruppi autonomi che porrebbe fine al terzo polo con Carlo Calenda? Una federazione con + Europa in vista delle Europee? Le ipotesi sul tavolo sono tra le più disparate, quel che è certo è che Renzi non lascerà a bocca asciutta delegati e addetti ai lavori. A secco, al momento, ci sono però i voti di Iv che si aggira tra il 2 e il 3 per cento, stentando a decollare a quasi tre anni ormai dalla fondazione.

E d’altronde il fallimento del progetto del partito unico, che era il vero obiettivo di Renzi in vista delle Europee, costringe l’ex inquilino di palazzo Chigi a una svolta, da imprimere a Napoli per avere poi il tempo, appunto un anno, di verificarne l’efficacia. Dai fedelissimi di Renzi bocche cucite per altre 48 ore, la mossa del cavallo 2.0 viene preparata nel massimo riserbo e niente filtra, ovviamente, dai parlamentari di Azione. «Non ne sappiamo nulla ma i gruppi al momento rimangono tali, anche perché di attriti ce ne sono già stati abbastanza», spiegano fonti vicine a Carlo Calenda. E figurarsi se Renzi voglia coinvolgere il suo “gemello diverso” nel suo ennesimo show.

Tra i due ormai è tregua armata, certo la nuttata è ormai passata, i giorni neri dei continui botta e risposta tra truppe renziane e calendiane, culminati con il post di insulti di Calenda a Renzi (e successive scuse) sono alle spalle e soprattutto il gruppo unico in Parlamento (almeno al momento) è stato salvato. Il che era l’obiettivo minimo delle colombe che si muovevano a cavallo tra i due partiti, da Ettore Rosato a Enrico Costa, fino a Elena Bonetti, e che adesso sperano in tutto tranne che in una nuova guerra tra i due leader.

L’orizzonte delle Europee è d’altronde troppo importante per entrambe e come è noto Iv spinge per una lista unica di Renew Italia con Azione, + Europa e i libdem. Ma i fischi dei renziani alla convention di Renew Europe fischiano ancora nelle orecchie dell’ex ministro, che pure non ha chiuso a un percorso comune da qui al voto. Due giorni fa Calenda ha condiviso quella che ha definito «una coccola» apparsa sul Riformista in cui alla richiesta di Calenda di «togliere i social a chi ha meno di 13 anni» si rispondeva con i social che «chiedono di togliere twitter a Calenda».

«Questa è buona e merita un retweet», ha scritto il leader di Azione, prendendo con ironia una battuta che probabilmente un mese fa avrebbe causato decine di attacchi e contrattacchi tra le due fazioni. Che per ora dunque si sono fermati, in attesa della nuova mossa del cavallo del senatore di Firenze.