Capita che le coppie si separino e capita spesso. Non era ancora capitato, invece, che una separazione riempisse non le pagine di cronaca rosa, come quando il Pupone e la ex moglie si contendono i rolex, ma quelle della politica. È un ulteriore segno della degenerazione della politica italiana in materiale da rotocalco gossip? In parte sì ma non solo e conviene anzi partire da ciò che gossip non è.

Tra le doti principali di Giorgia Meloni come leader politica c'è la drasticità, tanto più preziosa perché nella bizantina politica italiana scarseggia sempre. La premier ha reagito con assoluta drasticità a quella che in tutta evidenza riteneva essere una manovra politica che mirava a indebolirla. Lo dice senza perifrasi nel post social che ha annunciato al Paese intero la fine della sua decennale relazione con Andrea Giambruno, padre di sua figlia: «Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua».

Prima di passare alle vie di fatto e agli annunci ufficiali, la premier aveva chiesto conto dei fuorionda vetrioleggianti che coinvolgevano il suo ormai ex compagno alla famiglia Berlusconi. Quegli attacchi sono partiti da una rete Mediaset. Impossibile credere che un programma come Striscia la notizia abbia deciso di prendere di mira il compagno della premier, oltretutto conduttore a propria volta di un programma Mediaset, senza il semaforo verde della famiglia. Il messaggio durissimo della premier aveva un indirizzo preciso.

Inevitabilmente torna alla mente quel secco: «Ha dimenticato di aggiungere che io non sono ricattabile». La non ancora premier commentava i poco lusinghieri giudizi su di lei appuntati dal Cavaliere in un foglietto poi immortalato in una foto rubata: «Supponente, prepotente, arrogante, offensiva». Sorbole. Meloni scelse di non lasciar correre e rispose di persona, non via social, con quella frase in fondo sibillina. Cosa intendeva? Il punto è che la potenza dei media in mano a Berlusconi come produttori di consenso è stata a lungo sopravvalutata. Quella degli stessi media come mazze da adoperare quando necessario, invece, è stata sottovalutata.

Ne sa qualcosa Gianfranco Fini ma la lista dei messi in croce, persino per motivi risibili come i calzini ineleganti, è lunga. Probabilmente la premier aveva in mente quel metodo quando scelse di rispondere subito a brutto muso al Cavaliere e in tutta evidenza sospetta la stessa cosa adesso. Altrimenti non si spiegherebbe la replica durissima e certo non rivolta all'opposizione e non si spiegherebbe neppure la prima reazione, l'aver chiesto conto dell'assalto mediatico ai Berlusconi.

In ottobre, quando Meloni non era ancora stata nominata premier, si poteva sospettare che l'obiettivo del leader azzurro fosse sbarrarle la strada. Oggi l'eventuale interesse dell'azienda proprietaria di fatto anche di Forza Italia invece non si vede. Si può procedere solo per ipotesi. Si sa che la famiglia Berlusconi aveva preso malissimo la tassa sugli exptraprofitti bancari, che colpiva i suoi interessi attraverso Mediolanum. L'opposizione del partito azzurro è stata strenua e alla fine quella tassa il governo se la è di fatto rimangiata. Ha deciso la retromarcia, però, solo dopo la discesa in campo della Bce. Il segnale d'allarme dunque non è stato silenziato neppure dal passo indietro sulla tassa. Quella decisione, che aveva resistito alle pressioni politiche di Fi, dimostra che gli interessi della dinastia Berlusconi per Giorgia Meloni possono se del caso essere toccati, eventualità fuori dal mondo nel trentennio precedente. Se la premier ha deciso un contrattacco di questa portata è perché questo sospetta, impossibile dire se con qualche fondamento. E del resto la reazione dell'azienda, che sta valutando l'opportunità di mettere alla porta Giambruno conferma la frizione.

Ma l'aspetto che riguarda la degenerazione della lotta politica non va trascurato. L'uomo è senza dubbio al di sotto di ogni critica, sia per le frasi che si è lasciato scappare sia per il non aver capito gli obblighi che il ruolo piaccia o meno implica. Ma è anche vero che una battaglia politica che si gioca ormai da anni e sempre di più con attacchi ai parenti per questioni private è semplicemente immonda e abbassa ancora di più un livello politico raso terra.