Dalla sede di Forza Italia, in piazza di San Lorenzo in Lucina, Silvio Berlusconi non se n’è mai andato. C’è nella foto sopra il divano in pelle, accanto al simbolo del partito. C’è nel quadro in cui è ritratto in camicia e maglioncino e in quello in posa nella sua scrivania di palazzo Chigi, al fianco delle bandiere italiana ed europea.

E c’è nel grande pannello fatto mettere apposta dai vertici del partito nella sala dove Antonio Tajani ha tenuto la prima conferenza stampa dalla morte del Cavaliere. Accanto a lui la capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, il capogruppo alla Camera, Paolo Barelli, e il capodelegazione al Parlamento europeo, Fulvio Martusciello. In sala decine e decine di giornalisti si mischiano a parlamentari e dirigenti di partito. Ci sono il viceministro Francesco Paolo Sisto e il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Maurizio Gassati arriva in maniche di camicia, il ministro Paolo Zangrillo fa l’occhiolino ai cronisti.

«Non è facile essere qui a poche ore dalla scomparsa di Berlusconi, perché siamo profondamente scossi e feriti dalla scomparsa del nostro leader - ha detto Tajani in apertura - È difficile guardare al futuro senza di lui, ma lui voleva che guardassimo al futuro». Per poi rivelare una telefonata con la primogenita del fondatore, Marina. «Mi ha chiesto di ringraziare tutta Forza Italia per le manifestazioni di grande affetto che ha riversato su suo padre e mi ha ribadito, nel rispetto dei ruoli, la stima, l’affetto e la vicinanza di tutta la sua famiglia a Forza Italia - ha scandito il coordinatore azzurro - Voglio ribadire che tutto il nostro movimento politico è unito nel nome di Silvio Berlusconi e tutti i nostri parlamentari sono impegnati a lavorare affinché il nostro partito si confermi un grande partito liberale, cristiano, europeista e atlantista».

Insomma lo spirito del fondatore, presidente e leader indiscusso di Forza Italia aleggia ancora nelle stanze della sede romana del partito, dove non mancano aria condizionata e bottiglie d’acqua, prese d’assalto dai giornalisti. «Per rispettare l’articolo 19 dello statuto, che purtroppo prevede cosa si deve fare in caso di impedimento del presidente - aggiunge Tajani commosso - giovedì prossimo si riunirà il comitato di presidenza di Forza Italia che convocherà il Consiglio nazionale, il quale sarà poi chiamato ad eleggere il presidente del movimento politico che dovrà guidare il movimento fino al prossimo congresso nazionale». Non quest’anno ma verosimilmente all’inizio del prossimo, perché «non ci sono i tempi fisici per fare tutto entro pochi mesi».

Poi Tajani dice che il nome di Berlusconi sarà sempre nel simbolo, spiega che «Marta Fascina è deputata e compagna di vita di Silvio Berlusconi e non c’è bisogno di ritagliarle spazi formali» e illustra le prossime iniziative del partito, dalla campagna tesseramenti del 24 e 25 giugno alla manifestazione dei giovani di Forza Italia dell’8-9 settembre a Gaeta, fino alla «tre giorni azzurra» a partire dal 29 settembre, giorno del compleanno del Cavaliere. »Abbiamo scelto quella data per fare in modo che da lassù possa vedere la mobilitazione della sua creatura, del suo movimento politico che intende andare avanti senza tentennamenti».

Una volta tanto è d’accordo anche la minoranza, con Ronzulli che annuisce e chiede «unità» sottolineando tuttavia la necessità, pure a fatica, di «aprire una nuova pagina» nella storia di Forza Italia. «I 44 deputati del nostro gruppo sono seduti qui con me», aggiunge Barelli, mentre Martusciello ricorda le prossime Europee, il traguardo minimo che il partito deve raggiungere per evitare il disfacimento dopo la morte del leader.

Dopo mezz’ora di domande la conferenza stampa finisce, e mentre i giornalisti scemano tra gli stretti corridoi il volto di Berlusconi rimane lì, nei quadri, sugli adesivi e sul simbolo del partito affisso ovunque.