LO SCHEMA POTREBBE RIPROPORSI IN REGIONE

Nessun tavolo di coalizione, nessun dialogo, nessun candidato unitario. In Sicilia volano gli stracci nel centrodestra in vista delle prossime Amministrative e Regionali. Così dopo aver chiesto inutilmente un incontro agli alleati, Fratelli d’Italia ha deciso di rompere gli indugi a Palermo e convergere sul centrista Roberto Lagalla, ex assessore della Giunta Musumeci, in opposizione all’azzurro Francesco Cascio, in campo da giorni per Forza Italia e Lega nonostante la contrarietà dei meloniani. Risultato: la coalizione non esiste più e ogni “schieramento” accusa l’altro di aver voluto distruggere l’alleanza.

«. Il problema è che FdI ha utilizzato Palermo come merce di scambio ( per le regionali, ndr) e Palermo non è merce di scambio», commenta al vetriolo il coordinatore di Forza Italia sull’isola Gianfranco Miccichè.

«Conquisteremo Palermo e vinceremo lo stesso anche se sarebbe stato meglio farlo tutti insieme. Pazienza», aggiunge Miccichè. Ma salvo colpi di scena dell’ultimo minuto, la partita palermitana rischia di portare con sé conseguenze di più ampia portata su una coalizione già parecchio litigiosa a Roma. Perché lo schema seguito per le Comunali nel capoluogo rischia di diventare un copione buono anche per la Regione. Sì, perché anche a Palazzo dei Normanni non si respira affatto una buona aria. Da un lato Fratelli d’Italia, decisa a sostenere la ricandidatura del governatore uscente Nello Musumeci, dall’altro le solite Lega e Forza Italia, persuase dalla necessità di cambiare “cavallo”. E potrebbe essere lo stesso Miccichè il candidato nella mente di Berlusconi e Salvini. Una scelta inaccettabile per Meloni, pronta a riproporre la corsa solitaria anche in Regione.

Così in Sicilia il centrodestra rischia di volatilizzarsi. Gli avversari ringraziano.