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Prima toglie il nome dal simbolo, poi cede il logo, infine si riprende il Blog e si dissocia dalla linea. Il divorzio a tappe di Beppe Grillo dalla sua creatura, il Movimento 5 Stelle, procede spedito. Nessuno immaginava però che la separazione definitiva sarebbe avvenuta in piena campagna elettorale. È il “vaffa” finale del politico tornato comico, col gusto della provocazione, a un mese e mezzo dalle elezioni. Il Blog da cui tutto è nato non appartiene più alla Casaleggio associati: nuova veste grafica, via ogni rifermento al M5S - fatta eccezione per due link quasi invisibili in testa al sito - e niente politica. Proprietaria del nuovo spazio web è la beppegrillo srl, società a responsabilità limitata nata il 22 dicembre 2017, posseduta al cento per cento dal “garante” ( chissà ancora per quanto?) del Movimento. Tra le finalità della nuova società: «L’apertura in proprio di punti vendita, l’affiliazione online e offline nonché la vendita, attraverso negozi gestiti da terzi, delle idee, prodotti, design». A tredici anni dall’apertura del Blog, Grillo torna brand di se stesso e si dedicherà «all’ideazione, la creazione, lo sviluppo, l’implementazione e la gestione di sistemi e piattaforme informatiche accessibili attraverso anche la rete internet». Il fondatore non ne poteva più dei suoi “uomini qualunque” diventati casta, né è riuscito mai a parlare la stessa lingua di Davide Casaleggio. Perché dalla morte di Gianroberto in poi, Grillo non ha mai più avuto una sponda con cui confrontarsi, il socio “saggio” e “visionario” con cui aveva messo in piedi tutta la baracca. «Il Movimento sta facendo quello che ha sempre detto, è stato fondato da Grillo e Casaleggio ma adesso cammina sulle sue gambe», è il commiato quasi soddi- sfatto Luigi Di Maio. «Da oggi Grillo ha un suo blog in cui racconterà le sue passioni, quello che ha sempre raccontato nella sua carriera, restando garante e padre nobile. Però esiste un nuovo statuto e un nuovo simbolo che contiene il nuovo sito internet». Nessun parricdio, garantisce il candidato premier. Eppure, i vertici pentastellati fanno spallucce di fronte all’abbandono del garante e guardano già oltre. «In bocca a lupo a Grillo, sono con lui. Con mio padre hanno fatto la storia, ora avanti con l’entusiamo di sempre», commenta il proprietario della piattaforma Rousseau, col piglio di un presidente che ha appena esonerato l’allenatore.
I percorsi si separano qui. «Inizia adesso un’avventura straordinaria di liberazione, di mente, di fantasia, di utopie, di sogni, di visioni», dice il comico nel post di presentazione del nuovo Blog. «Io andrò in cerca di folli, di artisti, mi piace avere dei punti di vista, ma di idee, perché io sono stufo delle opinioni, sono stufo delle opinioni sì d’accordo ognuno ha diritto alla propria opinione, ma ha diritto ai fatti. Io voglio sognare voglio avere qualcosa che mi spinga sempre in avanti». Grillo vuole tornare alle origini del suo cammino, parlare di ecologia, green economy e beni comuni, fuori dalla polemica partitica. «E con voi voglio farlo tornando al blog come era, nel senso che facciamo interviste, Mohamed Yonus, Stiglitz, Fo, c’erano premi nobel che ci scrivevano e adesso abbiamo un sacco di interviste, se vedete qui in basso ci sono le interviste di persone che lavorano nei robot, di qua ci sono persone nel hyper- loop, nell’alta velocità, smart city». Inutile cercare riferimenti al Movimento, dal nuovo sito sono spariti persino i vecchi post e non c’è spazio per i commenti liberi degli utenti, lo “sfogatoio” in cui spesso finivano le invettive più violente. Per trovare dei riferimenti politici bisogna leggere tra le righe. «Mi han dato del pauperista. Ora io posso essere tutto tranne un pauperista», scrive Grillo, rispondendo indirettamente a Silvio Berlusconi, senza mai nominarlo. Ma a cercare bene si può trovare anche una frecciata al capo politico del Movimento 5 Stelle. Mentre il mondo cambia questi parlano solo «di abbassare le tasse», dice il garante, sicuramente consapevole della promessa pronunciata il giorno prima da Di Maio: «Eliminiamo i finanziamenti a pioggia alle pmi che vanno sempre agli stessi e aboliamo l’Irap per loro», e «riduzione aliquote Irpef per ceto medio, no tax area fino a 10mila, manovra choc per pmi con la riduzione del cuneo fiscale».
Grillo non vuole più rinnegare se stesso per assecondare le ambizioni di alcuni suoi parlamentari. E se Di Maio è pronto ad allearsi con chiunque pur di andare a Palazzo Chigi lo faccia pure. Ma senza chiedere più la benedizione del garante. Beppe è uscito a «riveder le stelle».