I renziani ieri mattina, durante la riunione della commissione del Pd per la modifica dell'Italicum, gli avrebbero chiesto di non «turbare l'armonia della manifestazione» di domani per il Sì a piazza del Popolo. Ma Gianni Cuperlo avrebbe contemporaneamente rassicurato i bersaniani della minoranza interna già di fatto schierata per il No in questo modo: «Non prenderò mai una decisione senza di voi». E quindi il leader più dialogante dell'opposizione interna non parteciperà neppure alla manifestazione di domani per il Sì a piazza del Popolo? L'interrogativo resta. Per l'ala più dura, guidata da Pier Luigi Bersani, «Gianni non sarà a piazza del Popolo». Ma girano anche indiscrezioni secondo le quali, invece, "Gianni" al vicesegretario Lorenzo Guerini avrebbe detto il contrario.Ruotano anche attorno all' "enigma Cuperlo", il quale appunto non ha ancora sciolto la riserva su come voterà il 4 dicembre, i giochi che si apriranno nel Pd dopo il referendum del 4 dicembre. Sia che vinca il No, sia che vinca il Sì. La dalemiana "Velina Rossa" di Pasquale Laurito avverte Cuperlo: «Non fare il salto della quaglia». Ma altri attenti osservatori delle cose dalemiane maliziosamente si spingono addirittura a vedere un gioco seppur forse solo oggettivo di sponda tra l'ex premier e leader Ds e il suo allora fedelissimo assistente. Dicono a Il Dubbio: «Cuperlo e D'Alema sono rimasti in buoni rapporti. L'uno non attacca mai l'altro. E ormai è chiaro che loro due in un senso e nell'altro hanno oscurato il ruolo di Bersani e del suo fedelissimo Roberto Speranza che con il loro No senza se e senza ma rischiano di cacciarsi in un vicolo cieco. D'Alema ha mediaticamente occupato lo spazio della minoranza dura e pura per il No; Cuperlo quello del quasi No dialogante».In questo modo, "Gianni" se Renzi venisse sconfitto potrebbe giocarsi un ruolo nei giochi che si aprirebbero al congresso del Pd, forte del fatto di essere stato l'uomo che più ha lavorato per tenere unito il partito, cosa che mette, del resto, sempre al primo posto nei suoi interventi e nelle lettere a Renzi pubblicate dall'Unità. Ora di fatto, seppur non ancora investito ufficialmente, il contendente di Renzi al congresso sarebbe l'ex capogruppo Speranza. Chiaro che nello scenario più sfavorevole per il premier e segretario nel caso di sconfitta del Sì Cuperlo sarebbe una bella sponda per il ritorno nei giochi di D'Alema e per possibili larghe intese per cambiare la legge elettorale. Dalla sua l'ex presidente del Pd, che sfidò Renzi alle primarie, avrebbe sempre l'arma di poter esibire il fatto che ha provato a dialogare fino alla fine per evitare strappi e per modificare la legge elettorale. Ma la stessa carta la potrebbe esibire anche in caso di vittoria del Sì, dove potrebbe svolgere una funzione di ponte verso l'ala bersaniana. Che però liquida indiscrezioni e ragionamenti sul ruolo di Cuperlo come «scenari che non sono all'ordine del giorno». La prossima settimana intanto nuova riunione della commissione presieduta da Guerini, dove ci sarebbero già state aperture ma solo verbali ad esempio sulla possibilità dell'apparentamento al ballottaggio. Ma Bersani e i suoi chiedono «proposte di legge, atti precisi non parole della serie: state sereni». Guerini ieri pomeriggio in avrebbe fatto un ulteriore tentativo per ammorbidire l'ex segretario. La partita doppia se non tripla (Renzi e le due minoranze) del Pd sembra destinata a durare a lungo. Con Cuperlo ago della bilancia. E D'Alema sempre sullo sfondo.