L’ipotesi di candidare Ilaria Salis nelle liste del Pd alle Europee «non è in campo». Lo ha detto sera la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Ho letto elucubrazioni su trattative - ha specificato la leader dem - non c'è nessuna trattativa, ho voluto incontrare il padre di Ilaria Salis per discutere con lui come possiamo riuscire a togliere una cittadina italiana da questa situazione umiliante».

Nel pomeriggio c’era stato il faccia a faccia tra Schlein e Roberto Salis per parlare della «situazione incresciosa in cui si trova la figlia», seguito dal «no comment» del leader M5S Giuseppe Conte sull’ipotesi, poi tramontata, della candidatura. L’ex presidente del Consiglio ha anche invitato il governo a «fare di più per ottenere dei trattamenti più dignitosi della persona».

Intanto ieri l’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha incontrato a Budapest Viktor Orbán ed esponenti del governo ungherese alla fine del giro di colloqui che l’ex premier italiano sta avendo con tutti i Primi Ministri europei nell’ambito del mandato - ricevuto a settembre dal Consiglio Ue e dalla Commissione - di scrivere un Rapporto sul futuro del Mercato Interno Europeo.

L’Ungheria presiederà il prossimo semestre europeo e il colloquio ha affrontato i temi principali del Rapporto che Letta presenterà alla riunione del Consiglio europeo prevista a Bruxelles il 17 aprile, ma le stesse fonti vicine all’esponente dem hanno spiegato che a margine della visita Letta ha parlato col primo ministro ungherese della questione delle condizioni di detenzione a Budapest di Ilaria Salis.

Intanto il team legale di Salis spiega cosa accadrebbe se, come si ipotizza al momento, Ilaria fosse candidata alle Europee e venisse eletta. «Se Ilaria Salis fosse un membro del Parlamento europeo, dovrebbe vedersi revocare l’immunità dal Parlamento stesso in relazione alle sue attività politiche. Le elezioni europee sono imminenti, quindi immagino che se avesse l’immunità, prima che le venga revocata, il processo contro di lei dovrebbe essere sospeso e non potrebbe essere portato avanti», spiega a LaPresse Gyorgy Magyar, a capo dell’ufficio legale. «L’attività politica in sé e l’interfaccia giudiziaria non dovrebbero essere collegate. I candidati e i membri del Parlamento hanno diritto all’immunità», ma sottolinea il legale, «dobbiamo difenderla in tribunale, il suo coinvolgimento politico non è una nostra responsabilità».