L’appuntamento è fissato per oggi alle 11.30 alla sala stampa del Consiglio Regionale pugliese. È qui che Giuseppe Conte scioglierà il nodo sul futuro del Movimento 5 Stelle all’interno della Giunta Emiliano. Dopo lo scandalo sulla presunta compravendita di voti che ha coinvolto l’assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia - e comportato il ritiro del M5S dalle primarie del centrosinistra per il Comune di Bari - l’avvocato pentastellato è atteso per un grande annuncio politico. Conte chiede una «svolta», perché, «continuare a mettere la testa sotto al tappeto non è più possibile». In cosa consista questa svolta, però, è tutto da scoprire. Nelle ultime ore sembrano calare le quotazioni su un possibile ritiro degli assessori - ma l’opzione resta comunque sul piatto mentre crescono le possibilità di individuare soluzioni alternative che consentano al Movimento di uscire a testa alta dal confronto con Emiliano e al governatore di continuare ad amministrare una Regione senza il terrore di perdere un alleato decisivo. L’ex premier, che domani dovrebbe incontrare anche il presidente della Regione prima di presentarsi in conferenza stampa, ha bisogno di piazzare una bandierina ben visibile che consenta al suo partito di distinguersi ancora come baluardo di legalità e trasparenza. Come? Imponendo nuove condizioni etiche al governatore che certifichino il ruolo di “guardiano” del M5S e istituendo un nuovo assessorato (alla Legalità) da affidare proprio alle cure grilline. Sarebbe il secondo (assessorato), dopo quello al Welfare, già nelle mani di Rosa Barone.

Potrebbe essere questa la strada per salvare la reputazione di movimento duro e puro e contemporaneamente il rapporto con il Pd. Almeno in Regione, visto che la ferita barese è ancora uno squarcio che rischia di infettare per sempre il progetto giallo- rosso. Dopo il passo di lato di Michele Laforgia - il candidato sostenuto da 5S, Sinistra italiana e Italia viva - che ha rimesso la sua disponibilità a competere per la carica di sindaco nelle mani dei partiti, qualche spiraglio di distensione tra dem e pentastellati potrebbe riaprirsi. Solo che in campo, al momento, resta ancora Vito Leccese - sponsorizzato dal Nazareno e dai Verdi - l’uomo su cui aveva puntato Schlein per le primarie annullate unilateralmente da Conte.

Per sbrogliare la matassa, e arrivare a una nuova intesa, servono dunque spiccate abilità diplomatiche, difficili da trovare su piazza. Il più attivo su questo terreno è Nichi Vendola, ex governatore e profondo conoscitore delle dinamiche del territorio, molto vicino al candidato contiano. È lui - insieme a Nicola Fratoianni, arrivato da Roma per dare una mano al suo vecchio leader - a gestire la partita più delicata: individuare un terzo nome che possa andare bene a entrambi i partiti in rotta. Per Sinistra italiana è una questione di vita o di morte, anche perché le beghe pugliesi hanno determinato anche un piccolo dramma “familiare” in Avs: Bonelli da una parte (col Pd e con Leccese), Fratoianni da un’altra ( col M5S, Iv e Laforgia). Presentarsi divisi al voto Comunale nello stesso giorno delle Europee non sarebbe una mossa azzeccatissima. Serve dunque individuare un terzo nome per ricompattare i fronti.

L’impresa, però, è di quelle titaniche, sia perché sarà complicato convincere il Pd a superare lo smacco subito dei gazebo “smontati” a tre giorni dalle consultazioni e sia perché di nomi in giro che vadano bene a tutti se ne vedono davvero parecchi (sempre che esista davvero la volontà politica di trovarli da parte di dem e grillini). Il profilo più gettonato, al momento, è quello dello scrittore, ex magistrato ed ex senatore Pd Gianrico Carofiglio. Difficile immaginare che in queste condizioni lo scrittore accetti di scendere in campo. Ma il corteggiamento nei suoi confronti, assicurano, è già partito.