Si blocca, almeno per il momento, il processo di “grillinizzazione” del Pd. La bomba l’ha fatta esplodere Dino Giarrusso dal palco di Milano dove Stefano Bonaccini aveva chiamato a raccolta i suoi. L’ex Iena aveva annunciato, fuori dal copione ufficiale, il suo ingresso nel Pd con l’intenzione di sostenere la corsa del governatore dell’Emilia Romagna alla segreteria del partito, facendo scoppiare un mare di polemiche. In tanti si sono sollevati protestando nel ricordo dei duri attacchi nei confronti del Pd lanciati da Giarrusso negli anni passati e anche Bonaccini era stato costretto ad ammonire: «Prima si scusi».

A stretto giro sono poi arrivate puntualizzazioni sulla stessa linea da parte di altri big. La candidata Paola De Micheli ha commentato così: «Ci dobbiamo aprire però si deve fare un percorso, non può essere solo l'acquisto di una tessera. Io sono la sindacalista degli iscritti, che devono decidere tutto. Ma questo ha bisogno di un percorso, di conoscenza della nostra comunità. Le porte girevoli hanno questo difetto, entri in un minuto e esci in un minuto».

E anche Laura Boldrini, da poco a sostegno di Elly Schlein ha avuto modo di precisare: «Giarrusso? Non ha mai risparmiato parole eccessive nei confronti del Pd, meraviglia un po’ la sua scelta, può cambiare idea ma almeno dovrebbe scusarsi».

L’ex Iena si è trincerata dietro un cauto silenzio, aspettando la fine della bufera, ma a mettere altra benzina sul fuoco ci ha pensato un’indiscrezione apparsa sul Giornale relativa a un possibile ingresso di altri due ex big M5S, ed ex ministri del governo Conte, come Luigi Di Maio e Vincenzo Spadafora. Le possibili trattative in corso hanno destato un vero e proprio vespaio nel partito che si appresta a vivere le primarie e costretto i due a far arrivare delle smentite.

L’ex ministro degli Esteri, che al momento aspetta l’esito della selezione della commissione Ue per la scelta dell’inviato nel Golfo Persico, ha escluso categoricamente una sua adesione al Pd. Ma anche dagli ambienti vicini all’ex ministro Spadafora filtrano smentite, seppure più timide, in ordine ad un suo possibile ingresso nel partito. Probabilmente il tutto sarà rimandato al dopo primarie che, nel frattempo, continuano a scaldarsi.

Oggi è arrivata l’ufficialità in ordine alla scelta dell’ex governatore del Lazio Nicola Zingaretti che ha confermato ufficialmente l’intenzione di puntare su Elly Schlein. «Io sceglierò Elly Schlein - ha annunciato l'ex-segretario dem - perché a mio parere è la scelta più netta, la scommessa per cambiare davvero. Perché a questo punto mi sembra che sia l’ipotesi più credibile per tenere aperta una speranza di cambiamento, la strada per ricostruire una critica al tempo presente e che può mobilitare energie nuove verso un impegno di giustizia e uguaglianza rivolto alle persone e soprattutto ai giovani. La radicalità con la quale una nuova generazione pone i temi della sostenibilità è dovuta alla paura delle gravissime conseguenze che la progressiva distruzione del pianeta avrà nelle loro vite, una paura che si schianta contro il menefreghismo di tanta politica».

Schlein, dal canto suo, ringrazia Zingaretti del supporto «e di queste parole che colgono il senso più profondo della sfida enorme che ci aspetta per cambiare davvero questo Pd e costruire l'alternativa alle destre». L’ex vice di Bonaccini, però, non rinuncia alla sua corsa verso adesioni “esterne” e, dopo aver ottenuto una parziale apertura sul voto online oltre che ai gazebo, ha rivolto un nuovo appello video a possibili simpatizzanti ancora senza tessera: «Mancano meno di 24 ore al termine del 31 gennaio alle 12 per iscriversi al Pd per votare nella prima fase del congresso, la più bella, quella in cui non si tratta di mettere una X accanto a un nome, ma di andare nei circoli dove si discutono le mozioni e le candidature e solo le due candidature più votate poi si confronteranno alle primarie del 26 febbraio dove potranno votare tutte le elettrici e gli elettori che lo vorranno fare. Abbiamo bisogno di voi adesso, per cambiare questo Pd, iscrivetevi».