L’assessore al Bilancio della Capitale rinuncerà al compenso previsto per i membri della Giunta. Nuova giornata di passione per la travagliata squadra di governo guidata da Virginia Raggi. Al centro delle attenzioni, questa volta, è finito Marcello Minenna, dirigente della Consob e contemporaneamente nuovo assessore al Bilancio capitolino. Un doppio incarico che da giorni attira le attenzioni degli avversari politici. Anche perché, fino a poche ore fa, sembrava che Minenna non intendesse rinunciare al doppio stipendio. Solo ieri l’assessore ha sciolto ogni dubbio: percepirà solo la retribuzione della Consob, neanche una lira uscirà dalle casse comunali per il suo “stipendio”. «Non c’è questo tipo di problema, perchè è una facoltà prevista dalla legge e non c’è alcun doppio stipendio», ha spiegato ai cronisti il membro della squadra capitanata da Raggi. Ma nel frattempo il “caso Minenna” era già scoppiato, approdando persino in Parlamento. «Il ministro dell’Economia e delle Finanze chiarisca se il neo assessore al Comune di Roma Marcello Minenna abbia comunicato la volontà di continuare a dirigere l’Ufficio Analisi Quantitative e Innovazione Finanziaria della Consob e se sussistano, in tal caso, i presupposti di un conflitto di interessi». Massimo Mucchetti, giornalista e senatore Pd, presidente della Commissione Industria di Palazzo Madama, ha chiesto chiarimenti, ai ministri dell’Economia e della Pubblica amministrazione sulla posizione dell’assessore al Bilancio del Comune di Roma. E se le precisazioni di Minenna fanno luce sull’aspetto economico della questione, lasciano comunque aperto quealche dubbio sul fronte del potenziale conflitto di interessi. Nei giorni scorsi, infatti, era toccato a un altro esponente del Pd, Gianpaolo Galli, chiedere delucidazioni sulle deleghe. «L’assessorato al Bilancio assegnato a Minenna comprende le deleghe alle Partecipate», è il ragionamento dell’onorevole democrat. «Tra queste, ci sono anche società, come Acea, quotate in Borsa e quindi soggette al controllo della Consob. La scelta di Minenna, al tempo stesso controllato e controllore, finirebbe quindi per determinare una macroscopica situazione di conflitto di interessi». Ma per i 5 stelle, «l’Ufficio diretto da Minenna non ha competenze in materia di società quotate». Anche se la risposta non convince molto gli avversari, il diretto interessato non ha aggiunto spiegazioni ulteriori.La sindaca Virginia Raggia, che ieri ha avuto una giornata fitta di impegni, non sembra curarsi del problema. In mattinata la prima cittadina ha fatto un blitz a sorpresa nell’impianto Ama di Rocca Cencia, per verificare lo stato della raccolta e del trattamento dei rifiuti nel quadrante Est di Roma. Il pomeriggio, invece, è stato dedicato agli appuntamenti istituzionali: prima, col presidente del Senato Piero Grasso («direi un primo incontro positivo», dice Raggi), poi con i sindaci riuniti per il consiglio nazionale dell’Anci. Nel mezzo, una dichiarazione a sorpresa («vedrò anche Renzi») e un colloquio riservato con Beppe Grillo, arrivato forse a sorpresa in Campidoglio per strigliare di persona l’amministratrice più importante di tutto il Movimento. Ma l’iperattivismo della prima cittadina non ha certo messo a tacere le opposizioni che proprio ieri si sono scagliate contro Raggi che, per bocca del presidente del consiglio comunale Marcello De Vito, ha annunciato lo slittamento a data destinarsi dell’illustrazione delle linee programmatiche. «La trattazione delle linee programmatiche slitta perchè prima abbiamo altre incombenze, quali la formazione delle commissioni e l’assestamento che dobbiamo chiudere entro il 31 luglio», ha detto De Vito. Forse tra le incombenze di Raggi c’è anche la nomina del capo di gabinetto, ancora in fase di definizione. Dovrebbe essere fatta per Carla Raineri, magistrato già capo dell’Anticorruzione del Comune di Roma nominata da Tronca, ma visti i continui colpi di scena per occupare questo ruolo chiave è meglio non sbilanciarsi.