La decisione sulla revoca del 41 bis ad Alfredo Cospito sarà presa, forse, «dopo un maturato studio della situazione giuridica». Forse, appunto, perché «se i pareri delle autorità giudiziarie siano o no vincolanti è questione controversa». È quanto detto dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che oggi ha fatto il punto sulla vicenda dell’anarchico detenuto al regime di carcere duro in sciopero della fame da oltre 100 giorni e trasferito nel penitenziario di Opera dopo un peggioramento della sue condizioni di salute.

Sulla scrivania del Guardasigilli arriveranno dunque nei prossimi giorni i pareri delle autorità giudiziarie competenti, e soltanto dopo Nordio potrebbe prendere una decisione. Non in solitaria, ma attraverso un passaggio dapprima in Consiglio dei ministri e poi in Parlamento. Dove è scoppiata la bagarre dopo un attacco frontale di Giovanni Donzelli, coordinatore nazional di Fratelli d’Italia, al Pd. Ma andiamo con ordine.

Il parere della Procura nazionale antiterrorismo è già arrivato in via Arenula, ma mancano ancora quello del giudice di sorveglianza e del pm che segue il processo in corso, che pende davanti alla corte di Cassazione ed è stato sospeso, ai quali si è aggiunto anche quello del Procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo, che ha chiesto di essere ascoltato da Nordio. Il quale ha difeso con fermezza l’istituto del carcere duro.

«Questa ondata di violenze e gesti vandalici e intimidatori costituiscono prova che questo legame tra il detenuto e i suoi compagni esterni rimane, cosa che tenderebbe a giustificare il 41 bis - ha spiegato il Guardasigilli in riferimento agli attacchi anarchici degli scorsi giorni - Lo Stato non può venire a patti o dare il segno essere intimidito da attività violente o minacciose». Per questo, ha aggiunto, «credo che in questo momento storico sia indispensabile mantenere il 41 bis», ma «se un domani le cose dovessero cambiare cambierebbero anche le leggi».

Ma eventuali modifiche del regime detentivo non dipenderebbero, in caso, dalla protesta messa in atto da Cospito. «Se noi accedessimo a questa interpretazione, - ha sottolineato Nordio - domani potremmo trovarci davanti tutti i mafiosi che stanno al 41 bis che attuando lo stesso procedimento metterebbero lo Stato nelle condizioni di decidere esattamente come avremmo fatto nei confronti di Cospito».

La linea del governo è quindi chiara, avanti con il 41bis pur nella tutela del detenuto, la cui salute è monitorata costantemente dagli operatori sanitari del carcere di Opera, definito da Nordio «la migliore struttura migliore struttura in assoluto che esiste in Italia».

Ma se il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha provato a gettare acqua sul fuoco spiegando che «non c’è alcun allarme terrorismo in Italia», pochi minuti più tardi, al suo fianco in conferenza stampa, il vicepresidente del Consiglio e ministri degli Esteri, Antonio Tajani, ha parlato di «attacco in corso da parte dell’internazionale anarchica allo Stato italiano», illustrando le decine di episodi di violenza perpetrati contro sedi diplomatiche e obiettivi civili in Italia e all’estero negli ultimi mesi.

Ad alimentare la tensione ci ha pensato poi Donzelli, fedelissimo di Giorgia Meloni, che alla Camera ha attaccato il Partito democratico. «Il 12 gennaio 2023, mentre parlava coi mafiosi, Cospito ha incontrato anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando che andavano a incoraggiarlo nella battaglia - ha detto Donzelli in riferimento alla visita a Cospito di alcuni esponenti dem per sincerarsi delle sue condizioni di salute - Allora voglio sapere, questa sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi con la mafia?». Apriti cielo. Dai banchi del Pd si sono alzate urla di proteste, alle quali sono seguiti interventi dell’intero gruppo parlamentare dem.

Se per Walter Verini «Donzelli usa le parole come i fascisti usavano il manganello», secondo il segretario Enrico Letta l’intervento dell’esponente di Fdi è stato «completamente fuori luogo». Sostegno unanime da terzo polo e Movimento 5 Stelle, fino all’alleanza Verdi-Sinistra. Che per bocca di Devis Dori ha esortato Nordio a revocare il 41bis per Cospito, «come chiede gran parte della società civile, il mondo della cultura e il mondo forense».

Il “caso Donzelli” ha avuto poi un seguito con il Guardasigilli che ha preso le distanze dal deputato, spiegando che «le visite in carcere sono un dovere oltre che un diritto dei parlamentari» ed escludendo «in via assoluta» che queste possano essere un veicolo per portare messaggi fuori dal carcere. Non solo. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha istituito il giuri d’onore per chiarire il caso.

Fontana ha anche fissato per domani l’informativa sul caso Cospito degli stessi Nordio, Piantedosi e Tajani alla Camera, mentre la capogruppo del Pd al Senato, Simona Malpezzi, ha chiesto che il Guardasigilli riferisca a palazzo Madama sulle parole di Donzelli. Guardasigilli che, in serata, ha chiesto al suo capo di Gabinetto, Alberto Rizzo, «di ricostruire con urgenza quanto accaduto», per capire in che modo Donzelli, che è anche vicepresidente del Copasir, abbia saputo dei colloqui di Cospito «con i mafiosi».