Nel giorno in cui Roberta Lombardi presenta la sua proposta di legge per far "dimagrire" gli stipendi parlamentari, continua il viaggio del Dubbio tra le rendicontazioni degli eletti M5S. Con una piccola premessa metodologica: lo stipendio vero e proprio di un deputato si chiama indennità e ammonta a circa 5 mila euro netti (10.435 euro lordi). La sforbiciata dei 5 Stelle si concentra solo su questa voce: un eletto grillino tiene per sé circa 3.200 euro netti. Poi c'è il capitolo diaria e rimborsi, per cui non esiste alcun obbligo di risparmio neanche per parlamentari 5 stelle: altri 7.193 euro. A cui bisogna aggiungere 3.323 euro come rimborso trimestrale forfettario per i trasferimenti dal luogo di residenza all'aeroporto più vicino (che diventano 3.995 euro se lo scalo è a oltre 100 chilometri di distanza). Niente costi di trasporto, visto che i parlamentari sono muniti di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea. Previsti inoltre contributi annui per le spese telefoniche. Alla luce di questa premessa, quanto gravano sul bilancio i 5 stelle?Il ballo del mattone Se non sei romano ti tocca prendere in affitto un appartamento. Ovviamente, il prezzo è rimborsato dalla Camera di appartenenza. Per avere un tetto sulla testa, i grillini spendono mediamente attorno ai 1.500 euro, secondo i dati riportati sul sito tirendiconto. it. Con alcune eccezioni. Oltre al senatore Nicola Morra (2.155 euro) di cui abbiamo parlato ieri, ci sono altri eletti che non si accontentano del primo giaciglio che capita. Come Silvia Benedetti. Secondo l'ultima rendicontazione disponibile, quella di maggio, l'onorevole padovana sborsa di canone 2.600 euro. Ma non tutti i mesi. Ad aprile ad esempio ha dichiarato solo 102 euro, a marzo 1.954 euro (1.300 di canone e 654 per pulizie, utenze, manutenzione), a febbraio di nuovo 2.600. Il suo non è un caso isolato, il mistero riguarda anche altri colleghi. Come Azzurra Cancelleri che a maggio dichiara 500 euro d'affitto, ad aprile 1.150, mentre a marzo erano 1.650. Sopra i 2 mila euro di canone troviamo anche il deputato appassionato di musica Nicola Bianchi (2.300). E c'è chi ha dovuto fare lavori di ristrutturazione importanti, come Nicola Cappelletti, che a maggio ha speso 2.938 euro (1.500 d'affitto più 1.438 di "utenze, pulizie, manutenzione"). Nulla a che vedere col senatore Sergio Puglia che a febbraio dichiara 2.700 euro per la locazione. Supera di un pelo la soglia magica dei 2 mila euro anche la ventinovenne Marta Grande. Una menzione speciale la merita infine l'astigiano Paolo Romano. Nonostante paghi già 1.600 euro per l'alloggio, a marzo ha dormito anche in hotel capitolini: altri 231 euro sotto la voce "alberghi e simili a Roma", più 966 euro di spese per le utenze e le pulizie di casa.Commissioni salatissime Nella parte alta della classifica degli eletti che necessitano di consulti esterni troviamo ancora Silvia Benedetti. Solo a maggio ha usufruito di assistenza legale, "consulenze varie", corsi di formazioni e ricerche per un totale di 3.800 euro. Facezie, se confrontate con le non meglio specificate "consulenze varie" del senatore Lello Ciampolillo: 4.180 euro dichiarate sia a gennaio che a febbraio. Portavoce pugliese, Ciampolillo ha deciso inoltre di non prendere casa a Roma, preferisce stare in albergo, senza però generare grandi risparmi: quasi 2 mila euro a febbraio (1.980). Tra le spese più gettonate tra i grillini c'è l'assistenza legale. Se ne avvalgono Roberto Fico (2.537 euro), Danilo Toninelli (2mila), Marco Scibona (1.973 euro) e Alessandro Di Battista (1.042 euro). Ma il Movimento nato in Rete deve avere qualche problema anche coi computer. La casella "assistenza informatica /internet /social /blog" è riempita periodicamente da Luigi Di Maio (1.560 euro ad aprile), Tiziana Ciprini (1.150 euro a maggio) e Federico D'Incà (1.120 euro sempre a maggio), solo per citarne alcuni. Elena Fattori, invece, a marzo ha chiesto rimborsi per 3.070 euro: il prezzo del commercialista e di "consulenze varie". Ma fare attività politica significa anche sostenere costi per far funzionare una struttura. Ne sa qualcosa il senatore Stefano Lucidi, che per gestire il proprio ufficio a febbraio ha pagato ben 3.052 euro. Per pagare un collaboratore, verrebbe da pensare. E invece no: è il sorprendente costo di "commissioni bancarie/postali".Colazione al sacco Infine c'è il vitto. Per nutrirsi i parlamentari non badano a spese. Abbiamo selezionato gli eletti che, in base alle ultime rendicontazioni, hanno speso le cifre maggiori. Come Claudia Mannino (1.646 euro solo a marzo),  Alberto Airola (1.438 a maggio) e Carlo Sibilia (1.171 a maggio).