Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani giudica la fase di sperimentazione dell'Educazione Civica come "fallimentare" e chiede al ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara di abbandonare «l’impostazione fortemente deficitaria ereditata dai Governi precedenti, evidentemente meno concreti nel sostanziare di efficacia un percorso che condotto in maniera diversa consentirebbe di arricchire tangibilmente competenze, conoscenze e maturità nei nostri giovani».

Per questo motivo lo stesso Comitato lancia un appello al ministro in cui si evidenzia come l'educazione civica «dev’essere considerata non un mero riempitivo da archiviare il prima possibile, per non intaccare le ore destinate alle singole materie del consiglio di classe, ma un’opportunità seria di riflessione e approfondimento di contenuti civici e sociali».

«La scuola italiana - si legge ancora nell'appello - e gli studenti oggi hanno fortemente bisogno di strutturare percorsi studiati intorno alle grandi tematiche della legalità e del diritto; occorre formalizzare la materia conferendole tempi, spazi e professionalità “propri”, evitando ogni forma di improvvisazione. I giovani devono formarsi attraverso percorsi condotti dai docenti più adatti all’insegnamento di contenuto giuridico, vale a dire quelli appartenenti alla classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche. A parte l’idea, in sé nobile, di introdurre l’Educazione civica negli ambienti didattici come materia, non può essere ravvisato niente altro di positivo nell’impostazione conferita in passato al progetto in questione».

Infine il Comitato evidenzia come attualmente «figurano in itinere proposte di legge da parte della maggioranza governativa finalizzate alla modifica della vigente normativa, con l’intento di affidarne l’insegnamento in via esclusiva ai docenti di Diritto in ogni scuola di secondo grado e nel primo grado attribuire il coordinamento della stessa ai docenti della classe di concorso A046».