Via libera dall’Ufficio di presidenza della Camera all’obbligo del green pass rafforzato per gli over 50 per l’accesso a Montecitorio. L’obbligo varrà a partire dal 15 febbraio e fino al 15 giugno, come previsto dalla normativa generale. E un provvedimento analogo è stato adottato anche dal Consiglio di presidenza di Palazzo Madama per l'accesso al Senato. Se per la deputata Cinque stelle Patrizia Terzoni, si tratta di un «atto dovuto», che estende anche ai parlamentari la normativa già applicata a lavoratori e cittadini, c'è chi attacca la misura senza mezzi termini. A cominciare dal senatore Gianluigi Paragone, per il «il super green pass rafforzato è un profondo errore». Se non una vera e propria «follia». «È chiaro -dice il fondatore di Italexit- che questi oramai sono degli scappati di casa che non capiscono più come correggere i loro errori. Green pass e super green pass non c’entrano nulla con l’emergenza sanitaria... Stanno mettendo in piedi un cinema che sta spaccando il Paese e sta rovinando economia. "Ringrazio" tutti i colleghi parlamentari vigliacchi che approvano questa cosa». Ad andarci giù pesante è anche Pino Cabras, presidente di Alternativa, intervenendo nell’aula di Montecitorio: «Introdurre l’obbligo del super green pass in Parlamento pone un ulteriore problema alla democrazia, un vulnus particolarmente grave e preoccupante, che colpisce le fondamenta stesse delle procedure democratiche. Per la prima volta nella storia del parlamentarismo in Europa una decisione del governo su materie sanitarie ricade sulla possibilità di molti parlamentari di esercitare la loro funzione di rappresentanza». Per Bianca Laura Granato, senatrice ex M5s adesso nel gruppo Misto, si tratta invece dell'ennesimo «ma probabilmente purtroppo nemmeno ultimo atto di una classe politica che sta suicidando la democrazia parlamentare, limitando il mandato di deputati democraticamente eletti, illegittimamente ledendo il diritto alla rappresentanza di un’ampia fetta di elettorato. Con un provvedimento pseudosanitario di fatto si cancella il dissenso e la maggioranza si fa il deserto intorno per consentire al governo di agire sempre più incontrastato nelle misure che stanno letteralmente devastando il tessuto socio economico del nostro Paese». «Molti cittadini della Sardegna che si trovano nella penisola hanno molte difficoltà a tornare nella propria città di residenza a causa dei controlli farraginosi riguardanti i green pass. Non si tratta di cittadini no vax, ma di persone vaccinate anche con tre dosi costrette paradossalmente a tornare in Sardegna passando per l’estero, con una nave diretta dalla Spagna o con voli dall’Ungheria e da Bruxelles. Siamo di fronte all’ennesimo disservizio causato dalle politiche scellerate di questo governo», spiega invece il deputato sardo di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda, riportando in Aula il problema sul quale in parte si è già espressa la Consulta. «Chiediamo che il ministro Speranza venga a riferire in Aula - aggiunge Deidda - per rispondere agli appelli degli amministratori locali sardi, di qualunque partito, e dei cittadini isolani vittime di una discriminazione».