Sandro Gozi, europarlamentare di Renew Europe e leader del Partito democratico europeo, sta lavorando all’evento di mercoledì al teatro Eliseo di Roma al quale parteciperanno sia Matteo Renzi che Carlo Calenda, e sugli attriti tra i due è categorico: «In Italia c’è la volontà di Matteo Renzi e altri di voler fare una lista comune che si ispiri a Renew Europe - dice - Auspichiamo che anche Azione segua la via indicata».

Onorevole Gozi, come sta andando il tentativo di mettere sullo stesso palco Renzi e Calenda, in vista dell’evento di mercoledì?

Personalmente non svolgo alcun ruolo di pacificatore. Noi auspichiamo che anche in Italia, come in altri paesi, ci possa essere una grande realtà liberale, democratica a riformatrice che costituisca un’alternativa al bipopulismo tra Meloni e Schlein e alla polarizzazione tra l’estrema destra e la sinistra movmentista e massimalista del nuovo Pd. Questo è il lavoro che stiamo facendo ed è l’impegno che porto avanti come segretario del Partito democratico europeo e come Renew Europe.

E l’obiettivo è la lista comune alle Europee, che però Renzi e altri hanno già accettato, mentre Calenda ha già detto che non se ne parla neanche: come se ne esce?

In Italia c’è la volontà di Matteo Renzi di voler fare una lista comune che si ispiri a Renew Europe. Credo che sia la via giusta e credo sia un bene che provi a coinvolgere tutte le forze che guardano a Renew e tutti i partiti che lo compongono. Guardiamo ad Azione, a + Europa, ai liberalidemocratici europei. Ci sono forze già pronte per questo progetto e la prima di queste è Italia viva di Matteo Renzi. L’iniziativa di Roma serve per dialogare con tutti queste forze.

Insisto: Azione sembra non volerne sapere. Come pensate di convincerli?

Azione è già in Renew ed è già nel Partito democratico europeo assieme a Italia viva. Entrambi i partiti stanno lavorando già per preparare le Europee in questa ottica. I membri di Azione sono già nei gruppi di lavoro che stanno preparando il manifesto per le elezioni e sui temi di fondo non vediamo differenze tali da non poter essere nella stessa lista. Lavoriamo sui contenuti e sulle priorità politiche e su quelle cerchiamo di far convergere le forze di cui parlavo. Auspichiamo quindi che anche Azione segua la via indicata da Iv e dai liberaldemocratici. E mi sembra che l’interesse ci sia anche da parte di + Europa. L’unica cosa che possiamo fare è lavorare sulle politiche comuni.

In questi giorni Azione è in subbuglio per alcuni addii di peso, sia a livello parlamentare che locale: pensa che ci sia scollamento tra Calenda e gli esponenti di Azione?

Mi sembra che ci sia un dibattito e delle discussioni in Azione e sono loro a dover decidere cosa fare del proprio futuro. Sulle politiche ripeto che non vedo divergenze ma anzi molta condivisione degli obiettivi. Più di questo non possiamo fare. Poi ogni leader prenderà la decisione che ritiene più adeguata.

Decisione che forse si baserà anche sui numeri, visto che alle Europee c’è uno sbarramento del 4 per cento: crede che Calenda voglia andare da solo anche per il fatto che è il più forte, almeno stando alle ultime politiche, dei partiti sopracitati?

Non lo so quali ragionamenti faccia Calenda. So che lo sbarramento del 4 per cento è una realtà. A mio modo di vedere l’ambizione che dobbiamo avere non è superare o meno lo sbarramento ma portare dall’Italia una grande delegazione di deputati in Renew Europe. Solo così l’Italia potrebbe giocare un ruolo di leadership, diventando la seconda delegazione dopo quella francese. Più che chiedersi cosa fare rispetto allo sbarramento o meno dovrebbero chiedersi come portare maggiore voce dall’Italia in quello che oggi è il terzo gruppo politico del Parlamento europeo. L’obiettivo è avere maggiore influenza in Europa, e lo si ottiene soprattutto presentandosi alle Europee con una lista comune.

Lunedì e martedì ci sarà la resa dei conti nei gruppi parlamentari: Azione e Iv formeranno gruppi autonomi, come potranno poi riunirsi alle Europee?

Sui gruppi parlamentari decidono i parlamentari. In ogni caso, a 13 mesi dalle Europee penso ci sia comunque tempo di lavorare per una lista unica di Renew Europe. Il tempo per costruire Renew Italia c’è, a prescindere da quello che si deciderà nelle riunione dei gruppi parlamentari. È chiaro che le due cose dovrebbero stare insieme ma se così non fosse continueremo comunque a lavorare a un progetto comune.

Ha parlato con Renzi e Calenda?

No, non ho parlato né con Calenda né con Renzi ma il lavoro che sto facendo è sotto gli occhi di tutti. La via è indicata e la direzione è molto chiara. Speriamo che il dibattito e la conferenza di Roma di mercoledì possano aiutare ad andare in questa direzione. Noi cerchiamo di favorire un processo sul quale qualcuno ha già detto di sì e auspichiamo possano convincersi anche altri.