Bilancio d’agosto o di fine legislatura? La pausa estiva dei lavori parlamentari è sempre l’occasione per trarre bilanci. Il bilancio è più interessante se rischia di coincidere con quello della legislatura e se posto a confronto con quello della scorsa legislatura. I giorni fino alla sospensione dei lavori al Senato sono quasi gli stessi: 512 nella XVII legislatura ( dal 15 marzo 2013 all’ 8 agosto 2014); 503 in quella attuale ( dal 23 marzo 2018 al 7 agosto 2019). Anche le condizioni politiche, nella loro diversità, sono state fino alla vigilia della pausa estiva meno lontane di quanto possa sembrare. In entrambe le legislature l’esito elettorale non ha prodotto una maggioranza omogenea per la formazione del Governo. Nella scorsa legislatura, dopo la rielezione di Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica, si forma l’esecutivo Letta, che inizia la parabola discendente già nel settembre 2013, con l’uscita di Forza Italia dal Governo, in cui rimane la componente scissionista del Nuovo centro destra di Alfano. Nel febbraio 2014, immutata la maggioranza, si passa dal Governo Letta al Governo Renzi. La fase iniziale dell’attuale legislatura ha visto una lunga trattativa per la formazione del Governo, conclusa, dopo due mesi e mezzo, con la nascita del Governo Conte, sostenuto da una imprevedibile maggioranza costituita dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega.

L’elemento comune della disomogeneità della maggioranza politica parlamentare che ha sostenuto il Governo fino a pochi giorni fa rende più paragonabili i dati relativi alla produzione legislativa ed alle procedure utilizzate. Sia il Governo Renzi sia il Governo Conte arrivano alla vigilia della pausa estiva con il vento in poppa, reduci dal successo elettorale delle elezioni europee: il Governo Renzi con il 40,8% ottenuto dal Pd nelle elezioni europee del 25 maggio 2014; il Governo Conte con il 34,3% della Lega e il 17,1% dei 5 Stelle nelle europee del 26 maggio 2019. Non solo: la media dei sondaggi dei principali istituti demoscopici del 1° agosto scorso attribuiscono alla Lega il 36,8% e al Movimento 5 Stelle il 17,6. La media dei sondaggi del 1° agosto 2014 assegnava al centrosinistra il 44% e al solo Pd più del 40. Questi sondaggi hanno sicuramente contribuito a indurre il vice premier Salvini a interrompere l’esperienza di governo.

Le leggi

Le due legislature producono un numero di leggi quasi identico: sono 70 nella scorsa legislatura e 69 in questa ( in 9 giorni di meno, a voler cavillare). Per il resto, molto cambia: diversa è la progressione, così come diversi sono il peso dell’iniziativa parlamentare e della decretazione d’urgenza. Nella scorsa legislatura, vengono approvate 31 leggi nei circa 8 mesi e mezzo del 2013 ( Governo Letta) e 39 leggi nei sette mesi successivi; in questa legislatura, vengono approvate appena 21 leggi nei primi 8 mesi e mezzo ( dal 23 marzo al 31 dicembre 2018) e ben 48 tra il 1° gennaio e il 7 agosto 2019.

L’alto grado di conflittualità mostrato dalle forze di Governo, in perpetua campagna elettorale, non ha dunque avuto effetti sulla capacità di produrre leggi. E non finisce qui: nella scorsa legislatura vengono emanati ben 45 decreti- legge e oltre la metà delle leggi sono di conversione di decreti- legge ( 39, cioè il 55,7 per cento); in questa legislatura i decreti- legge emanati sono 28 e le leggi di conversione sono esattamente un terzo del totale ( 23 su 69). A questo dato corrisponde un forte incremento delle leggi di iniziativa parlamentare: erano 12 nella XVII legislatura; sono 20 in questa. Per una sola è stato necessario un secondo passaggio nel primo ramo di esame ( è la legge in materia di voto di scambio politico- mafioso). Per tutte le altre leggi di iniziativa parlamentare è stata sufficiente una sola lettura in ciascuna delle due Camere ( per le leggi di iniziativa governativa, in 7 casi sono state necessarie tre letture anziché le canoniche due). Ben 15 leggi sono di iniziativa del Movimento 5Stelle; 3 della Lega; una è di Fratelli d’Italia. Una sola legge di iniziativa parlamentare ha visto la convergenza di maggioranza e opposizione: è la legge istitutiva della Commissione di inchiesta sul fenomeno della mafia, che nasce dal testo unificato di 4 proposte di legge ( Pd- 5stelle- FI- Misto); ad essa vanno aggiunte altre due leggi nate dalla confluenza di una proposta di legge di iniziativa popolare e iniziative legislative di vari gruppi: sono le leggi sulla legittima difesa e sull’introduzione dell'insegnamento scolastico dell'educazione civica.

Questione di fiducia

Fino alla sospensione dei lavori parlamentari, la solidità della maggioranza oltre ogni litigio era stata confermata da un altro elemento: sono stati molti di meno rispetto al passato i casi nei quali il Governo pone la questione di fiducia: il Governo Conte l’ha posta 15 volte su 10 leggi ( 3 volte sulla sola legge di bilancio, che in questa legislatura più che mai ha subito un lungo travaglio fuori del Parlamento); nella scorsa legislatura la fiducia era stata posta 28 volte su 17 leggi ( e anche in quel caso 3 volte sulla legge di stabilità).

La doppia vita della legislatura Insomma, questa legislatura ( forse più di tutte le altre) aveva vissuto fino alla pausa estiva una doppia vita: stentata, al limite dell’inazione, conflittuale e litigiosa sui mass media e sui social; molto meno stentata e litigiosa in Parlamento, dove le due forze politiche di maggioranza erano riuscite in genere a trovare un modus vivendi fatto di scambi e mediazioni e si erano ritagliate – anche a scapito degli altri gruppi – spazi importanti per le proprie iniziative, con una netta predominanza dei 5Stelle, partner in sofferenza del contratto di governo, che nelle aule parlamentari aveva trovato una parziale compensazione, grazie pure ai suoi numeri reali. Vivere una doppia vita è però tutt’altro che facile e lo stiamo vedendo in questi giorni: nelle prossime settimane capiremo se questa legislatura si concluderà già alle soglie dell’autunno o potrà proseguire con nuovi scenari, ora difficilmente decifrabili.