Antonio Tajani serra i ranghi e sprona Forza Italia a compiere il salto di qualità. Lo fa, il segretario nazionale di FI, nonché vicepremier e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, in occasione del Consiglio nazionale del partito, presso l’aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio. Consiglio nazionale che, intanto, approva l’affiliazione del Movimento per l’autonomia, di Raffaele Lombardo, e del Movimento scelta popolare.

Dal prossimo primo gennaio «dobbiamo cambiare registro, dobbiamo fare un partito diverso, non possiamo accontentarci del 10 per cento, dobbiamo far crescere una nuova classe dirigente scelta dalla base e non nominata dall’alto», le parole di Tajani, che prosegue: «Per un paio di anni dovremo rinunciare ai fine settimana: meno sci, meno mare, bisogna stare di più in mezzo alla gente, dobbiamo fare di più per arrivare all’obiettivo del 20 per cento alle Politiche, occorre stringere le maglie dell’organizzazione». L’obiettivo è presto detto, ed è quello di «costruire una grande forza moderata, rassicurante, di cui l’Italia ed il centrodestra hanno bisogno. La partita si vince sempre al centro».

Nel suo intervento, Tajani rivendica le battaglie di Forza Italia, dalla riforma della giustizia definita, non a caso, «la madre di tutte le riforme» – («nulla contro la magistratura, vogliamo solo che accusa e difesa siano sullo stesso piano. Il Parlamento non può perdere tempo sulla riforma della giustizia, che è anche una questione sociale») – l’impegno che continuerà sulla cittadinanza, con particolare riferimento alla proposta dello ius Italiae, mentre sull’Autonomia differenziata ribadisce: «L’abbiamo votata, ma sin dall’inizio abbiamo detto che c’erano alcune cose che non andavano. Non blocchiamo niente, vogliamo solo la centralità della persona».

Ed ancora, Tajani sottolinea il buon stato di salute del partito, alla luce dei risultati delle ultime elezioni Regionali e dei 150 mila iscritti, «un risultato straordinario, 40 mila in più dell’anno scorso», osserva il vicepremier e titolare della Farnesina. Quanto ai rapporti dentro alla maggioranza, il segretario nazionale di FI non ha dubbi: «Io sono da sempre lealmente nel centrodestra, ma essere parte del centrodestra non vuol dire essere tutti uguali. Noi abbiamo la nostra identità che vogliamo riaffermare in maniera chiara e forte».

Sul versante continentale, Tajani ribadisce la centralità del Partito popolare europeo, «che non può avere un solo forno, quello socialista, ma che può fare accordi con i Conservatori», un Ppe senza il cui contributo Raffaele Fitto «non sarebbe diventato vicepresidente esecutivo della commissione europea». Un cenno, poi, al caso Stellantis: «Non dobbiamo sottovalutarlo - rileva il leader di Forza Italia -, il rapporto tra quella casa automobilistica e l’Italia è un rapporto di amore. Questo matrimonio non si può interrompere, concludere oggi». Dopo un richiamo ad essere presenti nelle aule elettive, motivato dal fatto che «non possiamo permetterci assenze, perchè ne va della nostra credibilità e del nostro successo»,

Tajani lancia dunque la sfida: «Vogliamo costruire un progetto, non perdiamo tempo, le scelte velleitarie di chiunque rischiano di essere perniciose - afferma -. Io ci credo, non mollerò finché non avrò raggiunto l’obiettivo».