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IMAGOECONOMICA
Nelle traiettorie bislacche che le polemiche politiche di mezz'agosto talvolta assumono, può capitare che anche un paladino della commedia all'italiana come Massimo Boldi (alias “Cipollino”) diventi il terreno di scontro tra schieramenti avversi.
Ed è proprio quello che è successo nelle ultime 48 ore, quando un commento molto benevolo del celebre comico a un post di auguri agli italiani per Ferragosto pubblicato dalla premier Giorgia Meloni sui social, ha scatenato un vero e proprio bailamme. Quando sulla Rete ci si espone politicamente, è praticamente inevitabile sottrarsi al fuoco di fila della parte di haters che non hanno gradito l'endorsement meloniano di Boldi.
E puntualmente è stato, ma la cosa non è finita lì, perché l'inquilina di Palazzo Chigi ha sentito la necessità di solidarizzare con l'attore, difendendolo dagli attacchi degli “haters di professione” e mandandogli un “grande abbraccio”. Alle parole della presidente del Consiglio, poi, hanno fatto seguito quelle di numerosi esponenti del centrodestra e in particolare di FdI, i quali hanno voluto sottolineare la disparità di trattamento che la bolla dei social riserva agli esponenti del mondo dello spettacolo che palesano simpatie di centrodestra, rispetto a quelli – certamente più frequenti – vicini al centrosinistra.
Per Daniela Santanchè la vicenda Boldi dimostra che «è vietato elogiare la Meloni». «La sinistra e le pseudo vittime della censura», ha proseguito, «denunciano la poca libertà di parola, ma se poi qualcuno elogia pubblicamente il premier, lo può fare solo a suo rischio e pericolo». Anche il capogruppo di Fi al Senato, Maurizio Gasparri, per un momento ha mollato la presa sul Generale Vannacci ed è tornato ad attaccare una sinistra alla quale «non resta che insultare Massimo Boldi», così come l'eurodeputata leghista Susanna Ceccardi ha stigmatizzato l'attacco dei leoni da tastiera contro «un mito del cinema italiano». Che, a quanto pare, è impegnato nelle riprese nel suo prossimo cinepanettone in cui – ironia della sorte – interpreterà un ministro. Il titolo provvisorio assegnato alla pellicola è “A Capodanno tutti da me”, ma dopo gli ultimi fatti perché negare ai cultori del genere un “Natale a Palazzo Chigi”.