L’atmosfera del Gran Premio di Formula 1 di Monza ispira Giorgia Meloni che dice:  «Il tempio della velocità diventa per noi anche fonte di ispirazione. Perchè abbiamo bisogno di correre di più per far correre questa nazione». Ma dal Forum Ambrosetti di Cernobbio Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, spegne gli entusiasmi: «La legge di bilancio sarà prudente e terrà conto delle regole fondamentali della finanza pubblica». Partendo subito dopo all’attacco del superbonus: «A pensarci mi viene mal di pancia, ingessa la politica economica, non lasciando margine ad altri interventi». Sulla tassa sugli extraprofitti bancari, altro argomento delicato il ministro ha detto: «Può darsi che l’imposta sia inopportuna, sicuramente potrà essere migliorata, ma non accetto la definizione che sia una tassa ingiusta, è una tassa giusta perchè lo Stato dà e lo Stato chiede e in questi anni lo Stato ha dato moltissimo al sistema bancario in termini di garanzie». E aggiungendo: «Il governo pensa di mantenere le previsioni che ha fatto nel Def» di una crescita del Pil 2023 «al 1% ma è inevitabile che le variabili esterne siano mutate. La legge di bilancio obbedirà per limitare quelle rendite che non possiamo più permetterci e premiare chi lavora e crea nuova ricchezza effettiva, soprattutto guardando in prospettiva alla principale fonte di produzione della ricchezza, i figli. Dobbiamo continuare a essere veri, sinceri e constatare che i sussidi alla politica economica non bastano». E per farlo Giorgetti ha chiarito: «L’Italia condivide una politica di riduzione del debito pubblico. Però non posso ignorare che la stessa Commissione europea ci chiede una politica di un certo tipo sulla transizione energetica e quindi chiediamo che siano considerate in modo diverso le spese per stipendi pubblici e pensioni rispetto a spese di questo tipo». A proposito dell’aiuto umanitario ha aggiunto: «all’Ucraina deve essere sottratto al patto di stabilità e crescita. Noi li aiutiamo e continuiamo ad aiutarli, ma se dobbiamo tagliare le pensioni agli italiani diventa un pò più complicato. La guerra in Ucraina ha già un perdente certo: l’equilibrio economico delle economie europee». E proprio sui conti pubblici ha detto: «Potrei cavarmela dicendo che gli obiettivi di bilancio di medio termine della finanza pubblica saranno tutti mantenuti, ma non basta. Non possiamo tacere che i tremendi mutamenti indotti da Covid, guerra, clima e i rimedi con cui si sta tentando di risolverli stanno a loro volta complicando il quadro». Ha però sottilineato il coraggio del governo: «Abbiamo preso decisioni coraggiose, sul superbonus, sul cosiddetto reddito di cittadinanza, abbiamo preso decisioni coraggiose anche in materie di partecipazioni, abbiamo risolto e sciolto, speriamo definitamente, la vicenda Alitalia, abbiamo finalmente, e speriamo definitivamente, risolto la vicenda delle telecomunicazioni della rete». 

Per il ministro dell’Economia la nostra capacità produttiva «deve aumentare. Se badiamo solo alla domanda, se facciamo fare solo allo Stato la parte del Re sole che distribuisce prebende, non andiamo da nessuna parte».

Argomenti, a partire dal superbonus, indigesti soprattutto all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5Stelle, me pomeriggio, ha contestato la posizione del governo: «Veniamo fuori da una emergenza pandemica diventata anche energetica. Abbiamo fatto 130 miliardi di euro di scostamento di bilancio per la ripartenza. Abbiamo puntato su superbonus e transizione 4.0, portando a un 11% di Pil. Il superbonus è stato fondamentale, lo dice la relazione dell’ufficio parlamentare di bilancio di marzo scorso. Al 31 gennaio del 2023 il Superbonus ha portato quasi un milioni di nuovi occupati, risparmi in bolletta, meno emissioni. La Guardia di Finanza dal novembre a oggi ha accerta lo 0,5% di truffe rispetto all’ammontare dei crediti fiscali da superbonus. Noi ci atteniamo a dati ufficiali. Di fronte a tutto questo il governo ha agito in assoluta continuità col governo precedente, non è stato fin qui un governo politico». E alla presidente del Consiglio dice: «Oggi Meloni è andata a Monza per dirci che dobbiamo correre di più, ma qual è la misura che dovrebbe farci correre?».

Sulla manovra Elly Schlein, intervenendo in remoto, ha chiarito la posizione del suo partito: «Noi come Pd tifiamo per l’Italia e vogliamo avere un approccio pragmatico: nel confronto anche aspro col governo, in vista della prossima finanziaria, saremo attenti a capire le proposte e a inserirci con alcuni suggerimenti». Sulle politiche energetiche e i cambiamenti climatici la segretaria del Pd ha detto: «Guardiamo al potenziale del paese sulle energie rinnovabili. Serve una semplificazione dell’iter e adeguati incentivi che rendano conveniente la transizione energetica». E ha aggiunto: «Nella discussione della riforma del Patto di Stabilità, se la golden rule non è un’ipotesi credibile per i Paesi frugali, creiamo un fondo Ue per la transizione energetica e un fondo Ue per la difesa comune europea». Sulle politiche economiche ha detto: «Il Pd si è battuto per l’assegno unico famigliare, è bene che i crediti residui vengano lasciati per questo scopo. Possiamo e dobbiamo fare di più per gli investimenti nelle politiche sociali: investire nei nidi serve a migliorare il percorso educativo dei bambini e aiuta il lavoro femminile. Noi punteremo molto su questo aspetto come su quello che può migliorare la produttività».

Sul salario minimo il Pd vuole tenere la barra dritta, senza cedere alle provocazioni di chi vuole «aprire delle crepe» nel fronte dell’opposizione. Il riferimento è al tentativo di Matteo Renzi di aprire un fronte con i dem sul salario minimo. Il leader di Italia Viva accusa gli ex compagni di partito d voler promuovere un referendum abrogativo sul Jobs Act dopo aver proposto e votato la legge ai tempi in cui lo stesso Renzi era segretario. 

Al Forum è intervenuto anche il leader di Azione, Carlo Calenda, che ha criticato Meloni, lanciando però dei segnali positivi all’azione di governo: «Meloni, come spesso accade, è entrata a palazzo Chigi vestita da Meloni e sulla soglia si è cambiata e si è vestita da Draghi. La legge di bilancio è stata una legge responsabile, la linea in politica estera la condivido, sulla giustizia con Nordio abbiamo affinità elettive e sottoscrivo tutto quello che Nordio intende fare, dal punto di vista della transizione energetica ci troviamo più d’accordo con questo governo», ha spiegato. Calenda ha poi concluso: «Abbiamo sostenuto la limitazione del reddito di cittadinanza che riteniamo un errore così come abbiamo sostenuto la sospensione del superbonus. E tuttavia qui finisce le cose su cui siamo d’accordo perchè sulle iniziative strutturali non siamo d’accordo. Sul Pnrr, ad esempio: se non riusciamo a spendere i soldi difficilmente potremmo andare a Bruxelles a chiedere la modifica del Patto di Stabilità. C’è un discorso molto barocco del ministro Fitto sulla governance, ma non si vede granché».