La proposta di Eric Ciotti, presidente Les Rèpublicains (LR) di stringere un’alleanza elettorale con il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, fresca trionfatrice delle elezioni europee sta provocando un’onda di shock che rischia di spaccare il partito di destra gollista.

Mai, nella storia della Quinta repubblica i gollisti hanno raggiunto un’intesa a livella nazionale con la destra xenofoba. Alzata di scudi, insurrezione interna alla formazione politica conservatrice con critiche aperte dei pesi massimi del partito a Ciotti, di cui chiedono le dimissioni, mentre alcuni esponenti LR in Senato lasciano l’incarico in polemica aperta.

Nel contempo il partito di Marine Le Pen chiude la porta in faccia al potenziale alleato di estrema destra, il partito Reconquete di Eric Zemmour, segnando un punto di rottura. A destra, travolta da un vero e proprio terremoto ideologico, secondo la stampa francese «è giunta l’ora del chiarimento» - come scrive Le Figaro - mentre per Le Monde «la destra è sull’orlo dell’implosione». Ira del presidente dei deputati LR, Olivier Marleix, secondo cui, la risposta alla mano tesa di Jordan Bardella «impegna soltanto Ciotti che deve lasciare la presidenza», respingendo a priori un’alleanza con il partito di estrema destra francese alla presidenziali del 30 giugno.

«Saremo candidati con i nostri colori, senza alcun accordo», ha puntualizzato Marleix, mettendo in primo piano l’eredità del generale de Gaulle. Parole shock quelle pronunciate da Ciotti che sta scuotendo anche il Senato, tradizionalmente più a destra rispetto all’Assemblea nazionale. «In seguito alle dichiarazioni di Èric Ciotti, ritengo che egli non possa più presiedere il nostro movimento e debba dimettersi da presidente dei Rèpublicains», ha scritto su X il presidente del Senato, Gèrard Larcher. «Non avallerò mai, con nessun pretesto, un accordo con il RN che sia contrario agli interessi della Francia e della nostra storia», ha sottolineato l’esponente di spicco dei Repubblicani.

Nel contempo due influenti senatori, la vicepresidente Sophie Primas e il relatore sul bilancio Jean-Francois Husson, hanno annunciato di voler lasciare il partito gollista. Entrambi i senatori hanno optato per una posizione di indipendenza e preso le distanze dai vertici LR. «Davanti al campo di rovine in cui si è trasformato il paesaggio politico francese dopo il voto di domenica, il gruppo di senatori Les Rèpublicains riafferma all’unanimità quella che deve essere la linea chiara e responsabile della destra francese: rimanere se stessa mantenendo la sua indipendenza e la sua autonomia nei confronti del campo di Macron e del campo di Le Pen», si legge in una nota postata da Sophie Primas.

A Macron addossano la responsabilità della «situazione catastrofica» della Francia, il suo declino sul piano dell’economia e della sicurezza, la destabilizzazione delle istituzioni e della democrazia, l’ascesa dell’estrema destra. Di fronte, «il progetto portato avanti dal Rassemblement National non è per sua natura atto a risollevare la Francia, anzi è lontano da questa prospettiva.