L’uomo del Pnrr, il ministro Raffaele Fitto, passa al contrattacco e ci tiene a precisare lo stato dell’arte del dossier più importante del governo e che lui sta gestendo. Ospite di Bruno Vespa a Manduria, al “Forum in Masseria”, ha detto: «Stiamo lavorando con delle proposte di modifica di tutti gli obiettivi, perchè il nostro orizzonte temporale non è giugno o dicembre e poi si vede: noi stiamo lavorando per presentare una modifica strutturale che proponga la modifica degli obiettivi da qui al 30 giugno 2026, perchè il nostro angolo visuale non è dei prossimi 6 mesi ma dei prossimi 5 anni».   

Basta polemiche, sì a un dibattito serio e costruttivo. Questo l’invito del ministro per gli Affari europei e il Pnrr Raffaele Fitto che ha fatto notare come l’Italia, la Spagna e la Grecia sono gli unici Paesi ad aver chiesto la terza rata, mentre ci sono Paesi che non hanno presentato domanda neppure per la prima rata. «Noi - ha precisato Fitto - abbiamo un piano non paragonabile ad altri Paesi e dobbiamo anche essere prudenti. L’Italia doveva raggiungere 55 obiettivi entro il 31 dicembre 2022 per avere questa rata. Il governo si è insediato a fine ottobre, quando solo 25 dei 55 obiettivi erano stati raggiunti.

Il ministro ha messo in luce l’esigenza di coordinare l’uso delle risorse del fondo coesione con quelle del Pnrr e ha ribadito che alla conferenza Stato Regioni sono venute fuori posizioni molto chiare. «Ho rispetto di tutti, ricevo attacchi e non ho replicato e non replicherò; mi limito a dire che sarei stato preoccupato se a fronte degli incontri avessi trovato 19 regioni contrarie». Quindi Fitto ha spiegato che non si può più dare alle Regioni un importo generico ma è necessario verificare realmente cosa non è stato realizzato, rivedere la programmazione per individarne una coerente con il Pnrr, con interventi precisi e un cronoprogramma. «Non daremo - ha insistito - soldi in modo generico»; «ci saranno 21 delibere con elenco degli obiettivi e il raccordo con gli interventi del Pnrr».

«Abbiamo realizzato tutto questo da ottobre a dicembre, non è un dettaglio rispetto alle polemiche» sui presunti ritardi. «Su questi temi - ha proseguito - mi piacerebbe si aprisse il dibattito nel Paese e oltre alla critica generica "siete in ritardo” che non so a cosa si riferisca, rispetto alle nostre presunte responsaailità, magari venisse accompagnata da un’indicazione precisa di ritrdo e da delle proposte alternative». «Così - ha concluso - potremmo avere un dibattito utile al Paese, perchè il Pnrr non è il governo Meloni ma l’Italia».