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É servito a calmare le acque, almeno tra i diretti interessati, il faccia a faccia a palazzo Chigi tra governo e Corte dei Conti dopo le polemiche delle scorse ore seguita alle osservazioni fatte dai contabili sull’andamento del Piano e i conseguenti emendamento del governo al decreto Pa. Il quale esclude il controllo concomitante dagli interventi del Pnrr e del Piano nazionale Complementare e prolunga di un anno, al 30 giugno 2024, lo scudo che impedisce la contestazione del danno erariale per colpa grave a funzionari e politici.
Le acque sono invece sempre più agitate tra maggioranza e opposizione, con quest’ultima che per bocca dei capigruppo dem delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, Simona Bonafè e Arturo Scotto, chiede «una sospensione dei lavori delle commissioni congiunte e un ripensamento radicale da parte di governo e maggioranza di destra» perché «si sta giocando pericolosamente con le istituzioni della Repubblica».
All’incontro tra governo e Corte dei conti erano presenti per l’uno il ministro il ministro per il Pnrr, Raffaele Fitto, e il sottosegretari alla presidenza, Alfredo Mantovano (assente l’altro sottosegretario, GiovanBattista Fazzolari); per l’altra il presidente Guido Carlino, il presidente aggiunto Tommaso Miele, il procuratore generale Angelo Canale e il segretario generale Franco Massi. Lo stesso Carlino poche ore prima aveva risposto alle domande dei parlamentari durante un’audizione in commissione Affari costituzionali, spiegando di ritenere che «la limitazione della responsabilità possa contrastare anche espressamente con le previsioni regolamentari europee» e che «se protratta nel tempo, comporta il rischio di un complessivo abbassamento della soglia di attenzione alla gestione oculata delle risorse pubbliche».
L'emendamento in questione è stato comunque ritenuto ammissibile dai presidenti della commissione Affari Costituzionali, Nazario Pagano, e di quella Lavoro, Walter Rizzetto, la cui posizione è stata inoltrata dal presidente della Camera Lorenzo Fontana alle opposizioni che si erano rivolte a lui sull'ammissibilità dell'emendamento. Il controllo concomitante, ha sottolineato Carlino, «ha la finalità specifica di consentire una funzione propulsiva» e serve «a collaborare con la Pa e fornire suggerimenti per un migliore perseguimento degli obiettivi». Per questo, ha aggiunto, «la preoccupazione che l’azione di responsabilità amministrativa possa determinare un turbamento dell’attività dei pubblici amministratori e dipendenti a nostro avviso è infondata».
La risposta è arrivata dallo stesso Fitto durante il question time in Senato. Il controllo concomitante «è rimasto inattuato per oltre un decennio», ha detto il ministro, «e non nasce per il Pnrr», ma «nonostante questo, il governo vuole attuare una politica di coordinamento» con la magistratura contabile e «non c’è, da parte del governo, nessuna volontà di intervenire su questo». Poco dopo il faccia a faccia a palazzo Chigi, che se è servito a chiarire i punti di vista delle parti no ha di certo soddisfatto l’opposizione, che continuerà nei prossimi giorni a dare battaglia.