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Nessuna decisione sul merito, almeno per ora. Il Tar dell’Emilia-Romagna, che oggi avrebbe dovuto esprimersi sulla delibera regionale che disciplina il suicidio medicalmente assistito, ha preso atto del decesso del malato che aveva presentato domanda di accesso alla procedura e ha dichiarato «cessata la materia del contendere» per quanto riguarda la fase cautelare. Il paziente è infatti deceduto per cause naturali nella notte, a poche ore dall’udienza.
La delibera, approvata dalla Giunta regionale a febbraio 2024 sotto la presidenza di Stefano Bonaccini, prevedeva – nei casi conformi ai criteri stabiliti dalla Corte costituzionale nel 2019 – un iter con valutazione medica e, in caso di idoneità, somministrazione della sedazione profonda entro 42 giorni dalla richiesta. Proprio l’esistenza di una richiesta concreta aveva portato il Tar a sospendere temporaneamente l’applicazione della norma, dopo il ricorso presentato dalla consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, che aveva sollevato dubbi di legittimità.
Oggi, però, il procedimento è stato congelato. «Il paziente è deceduto naturalmente, dunque non c’è più l’urgenza che giustificava la sospensiva», ha spiegato l’avvocato Domenico Menorello, legale di Castaldini assieme a Francesco Fersini. «Non si è deciso nulla – ha aggiunto – perché la causa perde d’immediatezza. Ma resta la necessità di affrontare nel merito la questione».
Lo stesso collegio del Tar è stato sollecitato da tutte le parti – Regione, ricorrenti, associazioni – a fissare a breve una nuova udienza, per una sentenza definitiva che chiarisca se le delibere regionali siano legittime o meno. Nel procedimento è intervenuta anche l’Avvocatura distrettuale dello Stato, in rappresentanza del governo, che ha promosso un ricorso parallelo contro gli stessi atti normativi della Regione. I legali hanno chiesto che i ricorsi vengano riuniti in un unico procedimento, data l’identità dell’oggetto.
In attesa della decisione del Tar, resta alta la tensione istituzionale. Il tema del fine vita, ha ricordato Castaldini, è materia di competenza esclusiva dello Stato.
La Regione, secondo i ricorrenti, non può legiferare autonomamente in assenza di una normativa nazionale. La richiesta dei promotori del ricorso è quella di stabilire linee guida uniformi e garantire certezza giuridica alle Ausl incaricate di applicare le disposizioni.
Nel frattempo, anche la Corte costituzionale sarà chiamata a pronunciarsi: è pendente un ricorso del governo contro la legge regionale sul fine vita approvata in Toscana, che potrebbe fare da apripista a una decisione più ampia sul ruolo delle Regioni in materia di suicidio assistito.