Con 253 sì, 117 no e un astenuto la Camera ha approvato la legge sulla morte volontaria medicalmente assistita. Il testo passa ora allesame del Senato ma il via libera di Montecitorio è stato accolto con favore dalle principali forze politiche che lhanno sostenuto, Partito democratico e Movimento 5 Stelle, nonostante quasi metà degli aventi diritto fosse assente. Per il segretario del Pd, Enrico Letta, la Camera «ha fatto un ottimo lavoro» e ora il Senato «deve fare la sua parte», mentre per il leader del M5S, Giuseppe Conte, il voto di ieri ha fatto segnare «un bel giorno» perché «la politica ha alzato la testa». Soddisfatto anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha parlato di «un passo fondamentale per un provvedimento che il Paese attende e su cui siamo già in ritardo». Il voto arriva dopo settimane di polemiche seguite alla sentenza della Corte costituzionale che ha definito «inammissibile» il quesito sul fine vita proposto dai Radicali e dallassociazione Luca Coscioni. Dopo la discussione in Aula, è stato approvato a larga maggioranza, con 380 sì, 7 no e 12 astenuti, anche larticolo che prevede lobiezione di coscienza per il personale sanitario, stante una «dichiarazione comunicata entro tre mesi dalla data di adozione del regolamento al direttore dellazienda sanitaria locale o dellazienda ospedaliera». Giovanni Provenza, deputato del M5S e uno dei relatori della legge, ha parlato di «bella notizia per il Paese» e di «giornata storica». In quanto relatore, ha spiegato di ritenere che «fosse giusto porsi lobiettivo di approvare una norma che da un lato tutelasse chi sceglie un percorso per porre fine a sofferenze intollerabili e dallaltro rendesse questo percorso realmente praticabile». Nel centrodestra, Lega e Fratelli dItalia hanno votato contro, mentre Forza Italia ha dato libertà di coscienza e sette deputati azzurri hanno votato a favore. Ora si riaffaccia lo spettro del ddl Zan, approvato a Montecitorio ma bocciato a palazzo Madama, anche se Letta ha spiegato di essere «meno preoccupato» rispetto al ddl Zan, dal momento che esiste «uno schieramento più largo attorno a un tema che è cambiato nel tempo». In chiaroscuro la reazione di Marco Cappato, tesoriere dellassociazione Luca Coscioni, secondo il quale la legge «discrimina ancora i pazienti che non dipendono da terapie, come i malati di cancro», e per questo «ora tocca al Senato migliorare».