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«È da irresponsabili dire sì a questa candidatura». Virginia Raggi ritira ufficialmente la candidatura di Roma a ospitare le Olimpiadi del 2024. Passa dunque la "linea Grillo", dopo mesi di tira e molla tra la Giunta e lo Staff pentastellato. In cambio del "grande rifiuto", la sindaca avrà mano libera nell'azione amministrativa: niente più "tutori" e stop alle azioni di sabotaggio interno. «L'abbiamo detto con forza nel giugno del 2015 all'interno dell'aula Giulio Cesare, eravamo in quattro a dire no, l'abbiamo ribadito in campagna elettorale e lo diciamo qui oggi mantenendo una posizione», dice Raggi, per la prima volta in conferenza stampa, pronta a rispondere alle domande dei cronisti. «Non abbiamo mai cambiato idea anzi abbiamo rafforzato la nostra idea sulla base degli ultimi dati. Non ipotechiamo il futuro di Roma e dell'Italia», insiste.Poco prima, l'inquilina del Campidoglio avrebbe dovuto incontrare il presidente del Coni, Giovanni Malagò, per un confronto finale, ma non si è presentata. «Ho fatto qualche minuto di ritardo per contrattempo, mi spiace che mentre stavo entrando Malagò ha preferito andare via», è la sua versione dei fatti. «Abbiamo aspettato 37 minuti nell'anticamera del sindaco, non si è presentata. Il rispetto dei ruoli istituzionali meritava un altro trattamento. Se non c'erano le possibilità di parlarci bastava dirlo», è la "campana" del Comitato promotore. Qualunque sia la verità sul piccolo giallo dell'incontro saltato, una certezza rimane: le argomentazioni del Coni si sarebbero rivelate comunque inefficaci. La decisione della Giunta 5 stelle era già stata presa, la mozione per dire no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi era già pronta. «La città dovrebbe investire proprie risorse su progetti che sono lontani dagli interessi dei cittadini», è il ragionamento di Raggi. «Tutti noi, italiani e romani, stiamo ancora pagando i debiti delle Olimpiadi 1960. Non abbiamo nulla contro le Olimpiadi e lo sport. Però non vogliamo che lo sport sia utilizzato come pretesto per ulteriori colate di cemento. No alle olimpiadi del mattone». Per illustrare la rinuncia, la sindaca, affiancata dal suo vice Daniele Frongia, mostra delle slide. È uno studio della Oxford University, spiega, in cui si attesta che rispetto ai costi preventivati, quasi tutte le città ospitanti nella storia hanno avuto uno sforamento di almeno il 50 per cento. Per questo, dice Virginia Raggi, «non siamo stati gli unici a ritirarsi. Boston, Amburgo e Madrid hanno ritirato la loro posizione con valutazioni in tutto simili alle nostre: sono eventi importanti che non sono sostenibili per le città. E io sono il sindaco di Roma». E chi le chiede come mai sia tramontata l'ipotesi di un referendum sui Giochi, la prima cittadina risponde: «Chiedete a un romano cosa può pensare delle Olimpiadi, ve l'hanno detto al ballottaggio, quasi il 70 per cento dei romani ha detto no». Ma per Malagò, che convoca a sua volta una contro conferenza stampa al Foro italico, Raggi teme il giudizio popolare, non vuole un referendum «perchè hanno i sondaggi come li abbiamo noi. Ogni giorno che passa, la percentuale delle persone favorevoli a Roma2024 aumenta. A maggio avevamo il 40-45 per cento, l'ultimo dato parla dell'85 per cento. Soprattutto nelle periferie», dice il presidente del Coni. Che poi consiglia alla sindaca di non presentare la mozione di rinuncia in Consiglio comunale: «La mozione parla di città che non sono mai state candidate. Bisogna sapere prima di cosa si parla, sennò si fanno brutte figure. Come si fa a non saperlo? Amburgo non è stata mai candidata, Boston neanche, è imbarazzante».Intanto Beppe Grillo esulta: «No alle olimpiadi del mattone#PrimaIRomani», twitta dopo pochi minuti dall'annuncio il garante del Movimento 5 stelle. E Alessandro Di Battista lo segue a ruota su Facebook: «A Roma è cambiata la musica. Chi ha spolpato la città se ne faccia una ragione! », scrive.Chi non la prende bene sono le opposizioni. Il Pd, che fino ad oggi aveva evitato di infierire sulle beghe della Giunta romana, improvvisamente scarica tutta "l'artiglieria" su Virginia Raggi: «Il problema è che stanno rinunciando ad una grande opportunità. La verità è che scappano perchè hanno paura, perchè è stata certificata la loro incapacità a governare, sia le piccole che le grandi cose», dice piccato l'ex sfidante per il Campidoglio, Roberto Giachetti.