È iniziato in salita il nuovo anno per il governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Almeno per quel che riguarda i rapporti istituzionali e gli equilibri interni. La lettera di richiamo alle Camere, vergata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in ordine alla questione della proroga delle concessioni agli ambulanti, ha sorpreso la premier, seminato il panico all’interno della coalizione e riaperto anche il dossier sui balneari.

E se palazzo Chigi, almeno per il momento, ha deciso di tenere un profilo basso evitando di acuire lo scontro con il Colle e con l’intenzione di mantenere una barra europeista, la Lega sembra volere cavalcare la tigre. Dopo la presa di posizione di Matteo Salvini in occasione dell’ultimo Consiglio dei ministri del 2023, la linea ufficiale del partito è durissima nei confronti del presidente della Repubblica e indica con chiarezza l’intenzione del Carroccio di mettersi di traverso e battere cassa spingendo le posizioni sovraniste di difesa dei lavoratori. Il capogruppo a palazzo Madama Massimiliano Romeo è chiarissimo sul punto e conferma la linea delle reazioni a caldo a favore di ambulanti e balneari.

Presa alla sprovvista Forza Italia prova a ricavarsi un ruolo nella vicenda e anche in vista dell’interlocuzione che, inevitabilmente, si dovrà aprire con l’Ue per evitare eventuali procedure di infrazione. Il ministro degli Esteri e segretario azzurro Antonio Tajani ha provato a chiarire intervenendo a Rainews: «Il governo è al lavoro, anche con una mediazione con l’Unione europea, perché come leader di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio credo che vada trovato un compromesso sul Ddl Concorrenza. Occorre trovare una soluzione per permetta di rispettare le norme e le decisioni della giustizia europea e italiana, ma allo stesso tempo tutelare le imprese balneari e ambulanti».

Dopo l’astensione sul Mes, Fi si trova, dunque, ad esercitarsi in un’azzardata arrampicata sugli specchi per mantenere il ruolo di cerniera moderata della coalizione di centrodestra. E così Tajani ha riconosciuto che «è chiaro che la direttiva ha creato una serie di problemi, forse bisognava intervenire differentemente durante l’iter legislativo, magari escludendo balneari e ambulanti, ma ormai la norma c’è e bisogna trovare una soluzione che ci permetta di rispettare il diritto internazionale e allo stesso tempo tutelare le imprese che rischiano di subire un danno».

Facile a dirsi, più difficile a farsi. E questo spiega come Fdi stia ancora valutando la posizione migliore da assumere per non lasciare nuovi slogan elettorali alla Lega e, al contempo, evitare di mettere in difficoltà il Paese all’interno dell’Ue. A difendere, senza se e senza ma, l’operato di Mattarella è stato, invece, il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi che si è espresso così: «Attaccando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non si difendono gli interessi dell’Italia, si fa solo un grande danno al Paese. Il principio della concorrenza è giusto e va rispettato, perché tutela le persone, aumenta i servizi e abbassa i prezzi, ma lavoreremo tenendo conto della specificità delle coste italiane e della qualità della nostra offerta turistica, costruita con l’impegno di generazioni».

Nel frattempo, a buttare altra benzina sul fuoco ci ha pensato Matteo Renzi con la sua Italia Viva. Per tramite della senatrice Raffaela Paita, coordinatrice nazionale del partito, è stata presentata una proposta di legge per dare immediato seguito alla lettera del presidente Mattarella. «I richiami del presidente Mattarella su ambulanti e balneari non lasciano dubbi, bisogna intervenire.

La mia proposta di legge prevede di mettere a gara le concessioni subito, da oggi, e di istituire uno stanziamento di 300 milioni di euro per contributi a fondo perduto, come ristoro nei confronti dei concessionari uscenti. Il governo la calendarizzi subito – ha spiegato Paita - e la maggioranza di centrodestra smetta di difendere rendite di posizione anacronistiche e mettano subito mano a questo pasticcio». Non ci sarà, dunque, molto tempo per Giorgia Meloni in ordine alla decisioni da prendere per uscire dall’angolo.