CORO BIPARTIZAN PER UN INTERVENTO DA REMOTO

«Al presidente ucraino Volodymyr Zelensky sia concessa la possibilità di parlare, da remoto, di fronte al Parlamento». È questa la richiesta che arriva dal Partito democratico, per bocca di Andrea Romano, al termine di una giornata intensa a Montecitorio, scandita dal question time quasi monotematico sulla crisi tra Mosca e Kiev e dalla discussione sul suicidio assistito.

Già martedì l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, aveva chiesto ufficialmente al presidente della Camera, Roberto Fico, di far parlare il suo presidente nell’aula di Montecitorio, come già avvenuto a Westminster. Fico si sarebbe dimostrato aperturista, fino alla richiesta ufficiale arrivata ieri dai banchi dem. Una richiesta condivisa da gran parte del Parlamento. Secondo l’ex presidente del Pd, Matteo Orfini, far parlare Zelensky in Aula sarebbe «più che opportuno», mentre per Osvaldo Napoli, deputato di Coraggio Italia, «mai come in una circostanza tanto drammatica sarebbe utile per gli italiani sentire la viva voce di un presidente eroe rimasto a fianco del suo popolo in difesa della libertà e dell’indipendenza del Paese». Come farlo? Napoli spiega nel dettaglio la procedura. «Il Parlamento italiano può ricevere, al pari della Camera dei Comuni inglese, informazioni dirette sull’aggressione della Russia all’Ucraina in un modo molto semplice - illustra - Basterebbe che i presidenti del Senato e della Camera, Casellati e Fico, promuovessero un collegamento video, con il Parlamento in seduta congiunta, con Zelensky». Il quale sarebbe ben contento di “far tappa” anche a Roma, dopo gli applausi ricevuti a Londra tra una citazione di Shakespeare e una di Churchill.

Aperture anche da Forza Italia e Fratelli d’Italia, così come da Lega e Movimento 5 Stelle. L’unico inghippo, di forma più che di sostanza, è che di solito interventi del genere si svolgono nella commissione di riferimento, in questo caso quella Affari Esteri. Ma la gravità della situazione e lo status dell’ospite, potrebbero far propendere per un “teatro” più consono. Cioè l’emiciclo.