Matteo Salvini rettifica la rettifica del giorno prima sulle schedature dei Rom e ingaggia un nuovo braccio di ferro con Bruxelles. «Censimento dei Rom e controllo dei soldi pubblici spesi. Se lo propone la sinistra va bene, se lo propongo io è razzismo. Io non mollo e vado dritto!», scrive sui social il vice presidente del Consiglio leghista, non curandosi dei possibili dissapori con l’alleato di governo che sul tema aveva chiesto al ministro dell’Interno un approccio più soft. Il post è accompagnato da un link a un articolo di giornale in cui si ricorda che a proporre un censimento di questo tipo nel 2012 a Milano fu l’amministrazione Pisapia. «Certo, per individuare i bambini presenti nei campi e farli andare a scuola», risponde su Facebook Pierfrancesco Majorino, assessore meneghino alle Politiche sociali con l’attuale e la precedente Giunta. «Noi lo facevamo per fare rispettare le regole nelle aree autorizzate», spiega. «Il che non c’entra nulla con un censimento globale per schedare la popolazione rom su base etnica al di là di dove e come vivano le persone. Questo porta solo all’odio».

Ma Salvini non ha alcuna intenzione di scendere dalla sua “ruspa”, in nome di uno slogan che continua a regalare consensi al Carroccio: «Prima gli italiani e la loro sicurezza», ripete, come in un’eterna campagna elettorale, l’azionista di minoranza del governo Conte. E se il socio Luigi Di Maio sembra impotente di fronte all’esuberanza del collega, da Bruxelles arrivano reazioni sbigottite. «Anche se interferire negli affari interni di un Paese, commentare questa o quell’altra dichiarazione scioccante o raggelante, può essere una tentazio- ne a cui è estremamente difficile resistere, resisterò con tutte le forze», dice Pierre Moscovici, commissario europeo per gli Affari economici e monetari. «Dico che la Commissione Ue eserciterà le sue competenze con le regole di cui dispone. Ci sono regole in materia economica e finanziaria ma anche per quanto riguarda lo stato di diritto. Sono le nostre regole comuni e vanno rispettate da tutti», mette in chiaro Moscovici.

Ma il leader del Carroccio non si cura del giudizio severo che arriva da oltre confine. Salvini sente il vento in poppa soffia in madre patria e spalanca le sue vele. I sondaggi per la prima volta vedono la Lega davanti al M5S e ogni trovata propagandistica incontra i gusti degli elettori. Almeno di quelli attivi sui social network, che condividono e apprezzano anche le uscite più aspre del segretario federale. E mentre in giro si spara ( per adesso con pistole ad aria compressa) su cittadini maliani al grido «Salvini, Salvini», il M5S non riesce ad arginare l’ingombrante alleato. Solo in serata arriva l’alt ufficiale del presidente del Consiglio che chiarisce: «Qui nessuno ha in mente di fare schedature o censimenti su base etnica, che sarebbero peraltro incostituzionali in quanto palesemente discriminatori», dice Giuseppe Conte. «Il nostro obiettivo è individuare e contrastare tutte le situazioni di illegalità e di degrado ovunque si verifichino, in modo da tutelare la sicurezza di tutti i cittadini».

Gli attriti all’interno della maggioranza diventano palesi quando anche Di Maio, dagli studi di Porta a Porta, ripete: «Mi fa piacere che Salvini abbia corretto il tiro, perchè secondo la nostra Costituzione censimenti su base etnica non si possono fare», dice, prima di precisare: «Quello di Salvini è un complesso che non ho, abbiamo stili differenti come persone ma è sempre stato così, insieme al fatto che abbiamo un premier che sa fare sintesi tra le due parti», assicura. Il ministro del Lavoro rivendica poi un’unione di vedute col Carroccio in tema di immigrazione. «Siamo compattissimi», dice, «nelle prossime settimane andremo ai tavoli europei, chiederemo una modifica del regolamento di Dublino. Nulla sarà più come prima. Ora ci sonoporti aperti in Spagna e in Francia... ci hanno fatto la morale. Ora le Ong possono andare anche lì», spiega, provando ancora a inseguire Salvini sui suoi temi tradizionali. I grillini appaiono imbarazzati ma anche avvinti dalla capacità salviniana di attirare tutte le attenzioni.

«Sembra un brutto film, eppure è la realtà», commenta esterrefatto il segretario Pd Maurizio Mar- tina.

Ma ai colpi di scena non c’è mai fine. E c’è tutto il tempo di aprire anche un altro fronte, questa volta commerciale. Sì, perché il ministro dell’Interno trova il tempo di scagliarsi anche contro una campagna pubblicitaria della Benetton, firmata Oliviero Toscani, in cui compare un gruppo di migranti soccorsi in mare? «Solo io trovo che sia squallido?», si chiede il leader della Lega. In Veneto, il Carroccio ha già annunciato una campagna di boicottaggio dei prodotti della nota azienda d’abbigliamento. La risposta del fotografo all’iniziativa non si è fatta attendere: Salvini «fa benissimo» a non comprare più le magliette, «non farebbe neanche una gran pubblicità».