«Una cosa ci tengo a dirla ed è l’unico motivo che mi fa rompere il riserbo che mi sono imposta in tutti questi mesi: non vado via sbattendo la porta». Con queste parole, Elisabetta Belloni ha spiegato al Corriere della Sera le ragioni dietro le sue dimissioni da direttrice del Dis, effettive dal 15 gennaio. «Il tritacarne in cui sono finita in questi giorni mi impone di chiarire quanto è successo e soprattutto di sgomberare il campo da illazioni che fanno male non tanto a me quanto al Paese, soprattutto in un momento così delicato», ha dichiarato.

Belloni, figura centrale nei momenti cruciali della recente storia politica italiana, ha ammesso di aver capito che con il nuovo anno «sarei tornata sulla graticola». Il Corriere della Sera ricostruisce la vicenda partendo dall'11 dicembre, giorno in cui l’Italia ha passato la presidenza del G7, segnando la fine del ruolo di Belloni come sherpa. Negli anni, è stata più volte indicata come candidata a ruoli chiave: presidente della Repubblica, premier e, più recentemente, vicepresidente della Commissione europea dopo la nomina di Raffaele Fitto.

«Io sono un funzionario dello Stato, faccio il mio lavoro e non è obbligatorio piacere a tutti o andare d’accordo con tutti. Purché questo non metta in discussione i risultati, come infatti non è avvenuto. Però a maggio scade il mio mandato, quando ho avvertito che già cominciavano a circolare voci sul mio futuro e soprattutto sul mio successore ho ritenuto fosse arrivato il momento di lasciare», ha spiegato.

Belloni ha discusso della transizione con la premier Giorgia Meloni e il sottosegretario Alfredo Mantovano sin da dicembre. «È con loro che abbiamo tracciato la strada per una transizione tranquilla e senza scossoni», ha aggiunto.

Rispondendo al caso della giornalista Cecilia Sala, detenuta in Iran, Belloni ha sottolineato: «Io sono ancora in carica e non vengo certamente meno ai miei doveri. Per questo mi fa ancora più male essere dipinta come una che scappa o addirittura che va via lasciandosi macerie alle spalle».

Infine, sulla possibilità di un futuro nello staff di Ursula von der Leyen, ha commentato: «Sarebbe un onore ma anche su questo voglio essere chiara nel dire che non c’è nulla di deciso. Al mio futuro comincerò a pensare il 16 gennaio».