Pur fra le polemiche politiche, la legge di Bilancio per il 2024 dovrebbe avere un percorso prevedibile durante l’esame parlamentare, stante l’impegno dei partiti di maggioranza di limitare al massimo gli emendamenti, visto anche lo sguardo attento degli investitori internazionali sui titoli di Stato italiani, finora, bisogna dirlo, piuttosto benevolo.

Scorrendo i 109 articoli dell’Atto Senato 926, relativo appunto alla proposta di legge di Bilancio 2024, si scopre che potrebbe essere interessante la misura dell’articolo 3, secondo la quale è possibile ottenere una garanzia fino all’ 80% sul mutuo sottoscritto per l’acquisto della prima casa, a condizione di avere un Isee non superiore a 40mila euro (circostanza non infrequente fra i giovani avvocati), un valore del mutuo superiore all’ 80% del prezzo di acquisto dell’immobile e di richiedere la garanzia entro la fine del 2024. È opportuno ricordare che tra i soggetti prioritari vi sono coloro che hanno meno di 36 anni.

Per quanto riguarda la tassazione del lavoro (articoli dal 5 al 9), le misure sono tutte concentrate sul lavoro dipendente e sul lavoro pubblico (articolo 10), né vi sono modifiche fiscali che riguardino i professionisti tra gli articoli dedicati alla tassazione generale (se non si vuole considerare l’aumento dell’Iva dal 5% al 10% per assorbenti e pannolini, previsto dall’articolo 11, effettivamente in contrasto con le aspettative, considerato il genere del primo ministro, e le dichiarate intenzioni di favorire la natalità).

Sono invece di scarso interesse le misure previste nel pacchetto di norme (articoli dal 17 al 23) dedicate alla lotta all’evasione, tra cui forse meritano di essere segnalati il comma 5 dell’articolo 23 sulla determinazione dei redditi, e il comma 13 (sempre dell’articolo 13) sull’uso dell’informatica per il recupero coattivo delle imposte. La prima di queste disposizioni prevede un ampliamento della base imponibile, essendo previsto che i redditi derivanti dalla costituzione di diritti reali di godimento divengono imponibili per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta, e che in caso di vendita di metalli preziosi il corrispettivo sarà completamente tassato, essendo considerato pari alla plusvalenza. La seconda misura sembrerebbe autorizzare l’agente di riscossione ad acquisire qualsiasi informazione, inclusa quella dei conti correnti ( essendo indicato “da chiunque detenute”), per assicurare efficienza alla procedura di recupero delle imposte sul reddito (sarà in ogni caso il Mef a indicare con un decreto le modalità applicative della norma).

Sul piano previdenziale le misure (articoli dal 26 al 34) sono destinate solo alle gestioni dell’Inps, incluse quelle per i lavoratori autonomi, mentre riguardo alle misure di sostegno alla famiglia ( articoli da 36 a 40), quelle accessibili ai professionisti sembrano limitarsi al contributo per le rette degli asili nido. Infatti l’articolo 35 conferma il bonus dell’Inps per il pagamento delle rette degli asili nido pari a 3mila euro annui per le famiglie con Isee inferiore a 25.000 euro, a 2.500 euro per coloro che hanno un Isee tra 25 e 40mila, e 1.500 euro per gli altri.

Tra gli articoli sulla sanità (41- 50) offre qualche speranza quello (il 45) sulla riduzione delle liste d’attesa, grazie ad un maggior coinvolgimento delle strutture private, mentre non hanno nessun impatto per i professionisti le disposizioni per le imprese (articoli da 51a 54) né quelle per gli investimenti e l’istruzione (articoli da 55 a 64), fra cui spicca la norma sul Ponte di Messina (art. 56, comma 1), per il quale si prevede un primo finanziamento di 780 milioni di euro nel 2024.

Seguono poi norme per la difesa (art. 65), e l’immigrazione (art. 66). L’unica disposizione per la giustizia (art. 67) stanzia 179 milioni di euro per il 2024 per la magistratura onoraria. La legge di Bilancio si conclude con gli stanziamenti per le istituzioni internazionali e l’Ucraina (articoli 68- 70), le calamità naturali (articoli 71- 74), gli enti locali (articoli 75- 85), e i ministeri (articoli 86- 109). Insomma, per gli avvocati non c’è stato veramente nulla di interessante in questa seconda manovra economica predisposta dalla maggioranza di centrodestra, e non resta che sperare per il prossimo anno.