È una Elly Schlein tutta di lotta e per niente di governo quella che ieri ha partecipato alla conferenza nazionale della Filcams Cgil cominciata ieri niente meno che alla stazione Leopolda di Firenze. Una sorta di “antipasto” di quelle che saranno le tre grandi manifestazioni unitarie di Cgil, Cisl e Uil previste per sabato a Bologna, quello successivo a Milano e quello dopo ancora a Napoli. Una mobilitazione resasi necessaria, spiegano da quel lato, per contrastare la «propaganda» governativi sul decreto Lavoro, rappresentata nella fattispecie dal video girato tra le stanze di palazzo Chigi in cui la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni ha illustrato il provvedimento. Degno del «trailer di una serie Netflix», secondo l’ex segretaria del Cgil e oggi senatrice del Pd, Susanna Camusso. E a ristabilire il legame di un tempo tra sinistra e sindacati, in particolare la Cgil, ci ha pensato proprio Elly Schlein, che a margine della conferenza ha soprannominato il decreto «precarietà e ricattabilità».

Per la segretaria del Pd «l’ideologia di questo governo è rendere più fragili e ricattabili i lavoratori», ma strizzando l’occhio all’elettorato grillino la nuova leader dem difende anche il reddito di cittadinanza dalla riforma prevista dall’esecutivo. «Le persone in condizioni di precarietà che non hanno nei propri nuclei familiari minori, persone anziane o con disabilità sono ancora più ricattabili perché non avranno un’alternativa ad accettare offerte di lavoro sempre più precarie - ha sottolineato - Noi siamo qui per dire che saremo al fianco di chi si mobiliterà in queste settimane per chiedere invece al governo di prendere delle misure che possano sanare le piaghe strutturali del mercato del lavoro». Il Pd dunque, lo dice forte e chiaro la sua segretaria, sta con i sindacati.

Che invece vengono presi di mira dal governo, con il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, secondo il quale «nemmeno su Marte un sindacato sciopera contro un aumento fino a cento euro in busta paga». Ma giusto per non alimentare polemiche, il leader della Lega ha anche detto che inviterà al Ministero Cgil, Csil, Uil e Ugl la prossima settimana «perché dire di no al Ponte senza averlo visto, dire di no all’Alta velocità, alla diga di Genova, alla Tirrenica, alla dorsale adriatica per ideologia, bloccare un cantiere per ideologia non fa bene al Paese».

Ma Schlein sa che su questo terreno deve rispondere colpo su colpo a Giuseppe Conte, che dal reddito di cittadinanza al decreto dignità può contare sui trascorsi governativi del M5S, e così spiega cosa «servirebbe al paese». Ad esempio «limitare i contratti a termine», ma anche «una legge sulla rappresentanza che possa spazzare via i contratti pirata» e il contrasto «ai salari così bassi».

E se il governo prova a difendersi parlando di misure «da rendere strutturali nel tempo» (il taglio del cuneo fiscale previsto dal dl è valido fino a fine anno), il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, definisce «incomprensibili» le proteste dei sindacati, giudicando «molto teologico e molto prevenuto l’atteggiamento della Cgil». A voler vedere le carte è invece il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che lancia una sfida sia ai partiti di opposizione che al governo. «Non abbiamo sul dl Meloni una posizione ideologica o pregiudiziale - ha detto ieri Aspettiamo il testo nelle sedi opportune, siamo curiosi: però è certo che la Meloni ha detto il falso nel video di propaganda il primo maggio». Video che non è piaciuto per nulla a Schlein, che nelle prossime settimane promette scintille contro il governo in Aula e fuori.