Finita la luna di miele con Carlo Calenda, Matteo Renzi punta verso Forza Italia. E la chiave d’accesso è la giustizia, dove le affinità elettive tra Italia Viva e il partito di Berlusconi non sono una novità. Il senatore di Rignano sull’Arno è da sempre un grande estimatore di Carlo Nordio, che però ha messo da parte la sua agenda garantista, mettendo la firma, finora, su decreti che di garantista hanno ben poco. «Illiberali», ha detto ieri dalle colonne del Dubbio Gaetano Pecorella, convinto che l’unica salvezza per Forza Italia, orfana di Silvio Berlusconi, sia quella di smarcarsi dal governo e rimanere fedele alla propria storia garantista. Magari associandosi all’opposizione, da dove poter manifestare più liberamente le proprie idee senza doversi preoccupare per la tenuta del governo. Anche perché il “tradimento” di Nordio non va giù a FI, costretta, in pubblico, a difendere il governo ma che dietro le quinte non manca di manifestare la propria perplessità, se non addirittura la propria «rabbia», come sussurrano dalle parti del fu Terzo Polo.

«Ma come, finora solo provvedimenti giustizialisti?», si era lasciato sfuggire, nei giorni scorsi, un esponente di FI. Costretto a nascondere lo sconcerto in pubblico, dove il ricorso a formule vaghe per manifestare apprezzamento per il decreto sulle intercettazioni ha dominato la scena. In questo scenario Renzi, in calo di consensi secondo i sondaggi, prova ad intestarsi le battaglie storiche del berlusconismo, trasferendosi in commissione giustizia al Senato al posto del collega Ivan Scalfarotto per avere un posto in prima fila. Un modo per autoproclamarsi erede del Cavaliere, anche perché, come dice Pecorella uno che conosce assai bene gli equilibri forzisti -, FI è rimasta senza leader, abito che l’ex premier ama indossare.

Renzi trova la strada già spianata da Scalfarotto, che in questi mesi ha messo la firma sulle proposte di Pierantonio Zanettin. Proposte coerenti con il discorso programmatico del Nordio editorialista, come quella sulle modifiche agli articoli 266 e 267 del codice di procedura penale in materia di utilizzo del captatore informatico nei procedimenti per i delitti contro la pubblica amministrazione o il sorteggio dei componenti togati del Csm. Ma senza dubbio il leader di Italia Viva proverà ad intestarsi altre battaglie, togliendo ai forzisti l’onere di mettersi contro il governo di cui fanno parte.

Dalle parti di Forza Italia è smentita qualsiasi convergenza con l’opposizione. E quando si domanda se non sia in atto un tentativo di portare avanti le riforme garantiste con l'aiuto di Italia Viva e Azione per “contrastare” i provvedimenti giustizialisti che finora sono stati presentati o approvati dal governo la risposta è laconica: «È un po’ difficile, perché non hanno un peso politico così forte. Con l’arrivo di Renzi in Commissione Giustizia può essere che si smuova qualcosa, ma i numeri sono quelli che sono - fa sapere una fonte forzista - e non è che possa cambiare chissà cosa».

Ma il supporto di Renzi potrebbe aiutare «strada facendo» per dare forza ad idee teoricamente comuni al resto del governo, praticamente messe da parte. «Sicuramente c’è un’assonanza - continua la fonte -, tant’è che molti disegni di legge sono stati firmati anche da membri di IV. Ma non è detto che l’appoggio del Terzo Polo in Commissione possa cambiare qualcosa». Forza Italia è pronta a tenere il punto sul ddl Nordio: dati i tentennamenti di Fratelli d’Italia sull’abuso d’ufficio, il partito sta studiando una serie di emendamenti per migliorare «in senso garantista» il disegno di legge e, dunque, sopportare le ricadute di eventuali passi indietro sul punto. Che non sarebbe gradito: l’abolizione dell’abuso d’ufficio è sempre stato un punto nell’agenda di Forza Italia, che in Commissione Giustizia alla Camera aveva presentato due proposte di legge nel tentativo di cancellare l’articolo 323 o almeno depotenziarlo, salvo poi essere scavalcata dal ministro. Che, a sua volta, potrebbe essere smentito dal partito che lo ha voluto a via Arenula, timoroso di deludere il proprio elettorato.

Nel frattempo Italia Viva continua a mettere la firma accanto a quella di Forza Italia. Come sulla prescrizione, con proposta di legge unificata – annunciata ieri dal Fatto Quotidiano – che mette insieme Fratelli d’Italia, Forza Italia e Italia Viva/ Azione sulla quale la Commissione Giustizia alla Camera si esprimerà il 6 settembre. Un modo per anticipare le mosse di Nordio, che più volte ha annunciato la volontà di mettere mano all’improcedibilità targata Cartabia con un disegno di legge governativo. Ma dati i precedenti, FI ha preferito giocare d’anticipo e portare la questione in Parlamento, per tornare alla prescrizione dell’allora ministro Andrea Orlando. Tutto rimandato a settembre, dunque. Quando in Parlamento potrebbero formarsi nuove ed inedite alleanze.