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L’Algeria sostituirà progressivamente la Russia nella fornitura di gas all’Italia, partendo da un aumento di nove miliardi di metri cubi all’anno, arrivando dagli attuali 21 a 30 già dalla fine del 2022. È il succo dell’accordo stipulato oggi ad Algeri dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il presidente algerino, Abdelmadjid Tebboune. «L’Italia è pronta a lavorare con l’Algeria per sviluppare energie rinnovabili e idrogeno verde - ha detto Draghi - vogliamo accelerare la transizione energetica e creare opportunità di sviluppo e di occupazione: gli accordi di oggi sono una risposta all’obiettivo strategico di renderci indipendenti dal gas russo e ne seguiranno altre». Draghi ha anche annunciato che a maggio Tebboune sarà in visita a Roma.Già nel 2020 l’Italia comprava dall’Algeria il 25 per cento del gas importato, quest’anno si punta ad arrivare a circa il 40 per cento, diminuendo di un terzo il gas che compriamo da Mosca. Ma per arrivare a un completo affrancamento dalla Russia, come spiegato più volte il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, «ci vorranno dai due ai tre anni». Proprio Cingolani ha accompagnato Draghi nella visita ad Algeri, assieme al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e all’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. Nelle prossime settimane l’inquilino di palazzo Chigi si recherà anche in Congo, Mozambico e Angola, per firmare analoghi contratti. Il gasdotto con cui il gas algerino arriva in Italia è il TransMed, che parte da Algeri e arriva a Mazara del Vallo, e l’Algeria ha altri due gasdotti che arrivano in Spagna. Dei quali uno è stato però chiuso dal governo algerino a seguito di polemiche con Madrid su questioni che riguardano il passato coloniale spagnolo, tema che ha fatto alzare più di un sopracciglio tra i commutatori sulla reale affidabilità di Algeri. Sul nuovo accordo tra Italia e Algeria la stessa Spagna ha detto la sua, anche se indirettamente e senza citare mai Roma. «Analizzeremo anche la situazione delle sanzioni che comprendono il petrolio russo - ha detto il ministro degli Esteri di Madrid, José Manuel Albares Bueno - ci sono due cose che dobbiamo che tenere in considerazione: da una parte evitare di finanziare la guerra di Putin con fondi europei, e allo stesso tempo bisogna pensare ai cittadini europei e alla necessità di non destabilizzare alcuni paesi la cui struttura energetica è stata molto unita alla Russia».