Che il decreto Rave presentasse alcune criticità per i parlamentari di Forza Italia non è una novità. Non per le norme sul reato di rave o per l'ergastolo ostativo, ma per le misure che prevedono il reintegro dei medici no vax.

Tanto che già in prima lettura al Senato, la stessa capogruppo Licia Ronzulli non ha partecipato al voto. Malessere che si è ripetuto alla Camera: in occasione del voto definitivo, scorrendo i tabulati ufficiali della votazione, sono 13 i deputati azzurri che non hanno partecipato al voto pur non essendo in missione, mentre gli assenti per missione sono 4.

Con 186 voti favorevoli, 116 contrari e un astenuto (il deputato Dieter Steger delle Minoranze linguistiche), il decreto è stato in extremis convertito in legge, anche se mancano ancora gli ultimi passaggi formali (la firma del Capo dello Stato e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale). Un voto anticipato da un tour de force alla Camera, tra ostruzionismo delle opposizioni (da cui si è chiamato fuori il Terzo polo) e ricorso alla ghigliottina per evitare la decadenza delle misure contenute nel provvedimento.

«Non ho partecipato al voto non perché non condividessi tutti i contenuti del decreto ma perché al suo interno, all'articolo 7, c'è una norma che non condivido e cioè la revoca della sospensione dell'attività professionale per i cosiddetti medici “no vax”», spiega ad esempio il presidente della commissione Affari costituzionali Nazario Pagano.

In tutto le assenze nella maggioranza sono 53, di cui 30 quelle per così dire non giustificate, ovvero i deputati che non hanno votato ma non compaiono nell'elenco di quelli in missione. Nel dettaglio, sono 9 i leghisti in missione e 9 quelli che non partecipano al voto; 9 in missione per FdI e 6 non partecipano al voto. Infine, 1 in missione e 2 non partecipano al voto tra i deputati di Noi moderati.

Ronzulli: “Forza Italia ha come faro la scienza”

«La linea di Forza Italia sui vaccini è sempre stata chiara e non cambia, come ho avuto modo di sottolineare in Senato, invitando a non abbassare la guardia, a non dare un segnale di “liberi tutti”. Un segnale che ho ritenuto intempestivo, visto che il reintegro degli operatori sanitari non vaccinati era già previsto dopo il 31 dicembre», dice Ronzulli in una intervista a La Stampa.

«Forza Italia - continua - si comporterà come ha sempre fatto: in modo serio e responsabile. Il nostro faro guida è la scienza. Se la scienza dovesse indicarci una strada da percorrere per evitare di vivere nuovamente la crisi del 2020, non potremo ignorarla. Le notizie arrivate dai sequenziamenti sono rassicuranti, ma la guardia resta sicuramente alta. Affrontiamo la situazione con grande attenzione, ma anche con la consapevolezza che l'Italia ha un'altissima percentuale di vaccinati. A differenza della Cina, che non può contare su una buona qualità dei vaccini. Non sono minimamente paragonabili all'alto standard di quelli europei», conclude.

Covid e medici no vax, cosa prevede il decreto

Con il decreto si stabilisce che le norme transitorie sull'obbligo di vaccinazione contro il Covid-19 per i lavoratori che operano nei settori sanitario, sociosanitario e socioassistenziale non trovano più applicazione dal 2 novembre 2022 e si stabilisce la sospensione fino al 30 giugno 2023 delle sanzioni amministrative pecuniarie, pari a cento euro, previste per l'inadempimento dell'obbligo di vaccinazione. Inoltre, si annulla l'obbligo di effettuare un test rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e per uscire dall'isolamento dopo aver contratto il Covid-19. Allo scadere di 5 giorni sarà quindi possibile tornare a svolgere le normali attività. Allo stesso modo è stata ridotta anche la durata del regime di auto-sorveglianza per chi è entrato in contatto con persone positive. Il termine dei 10 giorni è stato diminuito a 5, sempre con l'obbligo di indossate la mascherina Ffp2 in caso di assembramenti, e non sarà nemmeno più obbligatorio sottoporsi a tampone una volta finito il periodo di auto-sorveglianza.