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green pass
L’Aula della Camera ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto 23 luglio 2021, n. 105, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche, cosiddetto «decreto green pass». I voti a favore sono 259, i contrari 34 e 2 astenuti. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. La Lega ha votato a favore assieme alle altre forze di maggioranza. Hanno votato contro FdI e Alternativa c’è. Come visibile dal tabellone elettronico che registra l’esito del voto, molte le assenze tra i banchi della maggioranza, in particolare tra i deputati leghisti. Intanto il Consiglio dei ministri dà il via libera al decreto che prevede una mini estensione del green pass al personale esterno delle scuole e impiegato nelle rsa. «Fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica, chiunque accede a tutte le strutture delle istituzioni scolastiche, educative e formative (...) deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde COVID-19», si legge nella bozza del decreto. «La disposizione di cui al primo periodo non si applica ai bambini, agli alunni e agli studenti nonché ai frequentanti i sistemi regionali di formazione, ad eccezione di coloro che prendono parte ai percorsi formativi degli Istituti tecnici superiori». «I dirigenti scolastici e i responsabili di tutte le istituzioni scolastiche, educative sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni» sul green pass nelle scuole. «Nel caso in cui l’accesso alle strutture sia motivato da ragioni di servizio o di lavoro, la verifica sul rispetto delle prescrizioni (...) deve essere effettuata anche dai rispettivi datori di lavoro. Le verifiche delle certificazioni verdi COVID-19 sono effettuate con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri adottato ai sensi dell’articolo 9, comma 10. Con circolare del Ministro dell’istruzione possono essere stabilite ulteriori modalità di verifica». Lavorare in un Rsa, anche come personale esterno, comporterà l’obbligo vaccinale. Chi vorrà sottrarsi verrà sospeso dal lavoro e non percepirà alcuna retribuzione. Il decreto approvato in Cdm applica quanto già previsto per il personale sanitario «a tutti i soggetti anche esterni che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa nelle strutture» di ricovero per anziani. Dall’obbligo sono esclusi i «soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del Ministero della salute». Per tutti gli altri che vorranno sottrarsi alla vaccinazione si introduce dunque «la sospensione della prestazione lavorativa», il che «comporta che non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato» fino «all’assolvimento dell’obbligo vaccinale o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021, fermo restando quanto previsto dall’articolo 4 comma 10».