L’Aula del Senato ha dato il via libera al dl aiuti, su cui il governo aveva posto il voto di fiducia. A favore 172 senatori, contrari 39 e 0 astenuti. I presenti in Aula erano 212, a votare sono stati 211 senatori, a fronte di una maggironza richiesta di 166. Come annunciato dalla capogruppo Mariolina Castellone, il M5S non ha partecipato al voto. Mentre il presidente del Consiglio Mario Draghi è al Quirinale, a colloquio con il presidente Sergio Mattarella.

Decreto Aiuti, Letta "saluta" il M5S

«Quello che è successo ieri a Roma e la decisione del M5s di non votare la fiducia al decreto Aiuti cambia lo scenario politico. Prendiamo atto di questa scelta, non è la nostra: è una scelta che ci divide. Noi oggi voteremo convintamente la fiducia». Così il segretario del Pd, Enrico Letta, in un punto stampa a Milano.

Decreto Aiuti, Di Maio: «Conte cinico e opportunista»

«Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il Paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale». Così Luigi Di Maio, parlando, nel corso dell’assemblea congiunta di "Insieme per il futuro", della scelta M5s di non partecipare al voto di fiducia sul decreto Aiuti.

Decreto Aiuti, +Europa e Azione: «Avanti con Draghi»

«La decisione di Conte e del M5s di non votare la fiducia sul decreto aiuti è grave ed irresponsabile, oltre che essere maturata in modo grottesco. Si tratta di una decisione tutta politica, non motivabile con l’attività del governo Draghi e tantomeno con il merito del provvedimento. Più Europa ed Azione sono stati all’opposizione sia del Conte uno che del Conte bis e hanno sempre messo in guardia sul fatto che il M5s rimanesse la forza populista che è sempre stata e su quanto fosse fuori dalla realtà considerarlo un punto di riferimento dei progressisti». Così Carlo Calenda (Azione) e Benedetto della Vedova (Più Europa), in una dichiarazione congiunta. «Di fronte al danno che la scelta di Conte già sta provocando all’Italia in un momento cruciale segnato dalla guerra di Putin, dalla crisi energetica, dall’inflazione a dalla necessità di completare l’avvio del Pnrr, vogliamo ribadire la nostra stima e fiducia nel confronti di Mario Draghi - concludono -. Siamo pronti a sostenerlo con ancor maggiore determinazione nel prosieguo della legislatura, convinti come siamo che la sua leadership sul piano interno ed internazionale possa dare molto all’Italia nei prossimi mesi».

Decreto Aiuti, Renzi spinge per Draghi

«Ci vediamo alle 13, in diretta dal Senato. Farò un appello a Mario Draghi: parli al Paese dicendole cose che vanno fatte da qui alle elezioni e vada avanti senza i grillini. Basta coi ricatti dei 5 Stelle, torniamo a correre» scrive su Facebook il leader di Italia viva, Matteo Renzi.

Decreto Aiuti al Senato, il ministro D'Incà prova a mediare

Via libera definitivo al decreto Aiuti al Senato senza ricorrere al voto di fiducia. Secondo quanto si apprende da autorevoli fonti, sarebbe questo il tentativo che alcuni esponenti di governo starebbero tentando per evitare lo show down. Questa mattina, riferiscono le stesse fonti, il ministro per i rapporti con il Parlamento, il pentastellato Federico D’Incà (che nella assemblea dei parlamentari M5s di ieri sera ha espresso perplessità sulla linea decisa dal Movimento di non partecipare alla fiducia a palazzo Madama) avrebbe avuto un confronto con i capigruppo di maggioranza al Senato, avanzando l’ipotesi di procedere con il voto finale sul dl Aiuti, nello stesso testo licenziato dalla Camera, senza ricorrere al voto di fiducia. Il nodo, tuttavia, sono gli emendamenti presentati al testo, che senza fiducia dovrebbero essere votati e tra le proposte di modifica ve ne sono alcune a firma M5s. Dunque, per procedere al voto senza fiducia, dovrebbe essere raggiunto un accordo "blindato", che assicuri il via libera al decreto prima di dopodomani, pena la decadenza.Affinché si raggiunga una intesa tra governo e maggioranza per evitare la fiducia al Senato sul dl Aiuti, in modo che i 5 stelle non abbandonino l’Aula negando la fiducia al governo, il presupposto è che il Movimento ritiri gli emendamenti presentati al decreto (tra cui ve ne sono anche contro il termo-valorizzatore a Roma) e si vada in Aula con il testo licenziato dalla Camera. Resterebbero in campo gli emendamenti delle opposizioni, ma i tempi sarebbero contingentati. In questo modo, i 5 stelle potrebbero sostenere il provvedimento votando le norme su cui sono a favore, e magari astenersi sulle norme sull’inceneritore.

Conte: «Risposte vere, o nessuno avrà i nostri voti»

«Se qualcuno ha operato una forzatura, si assuma la responsabilità della pagina che è stata scritta ieri». Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte, parlando con i cronisti nel tragitto dalla sua abitazione alla sede del Movimento 5 stelle in via Campo Marzio. «Il Movimento 5 stelle ha dato sostegno a questo governo sin dall’inizio per la transizione ecologica e la giustizia sociale. Questi sono i pilastri - ha spiegato l’ex premier - Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui si mettono norme contro la transizione ecologica in un decreto che non c’entra nulla, voi capite che noi, per nessuna ragione al mondo, daremo voti per nuove trivellazioni, per costruire centrali a carbone, per costruire inceneritori, non è nel nostro Dna». «Ma eravamo chiari fin dall’inizio - ha insistito - se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità, sottolineo la responsabilità, di questa pagina che è stata scritta ieri. La pagina iniziale, l’introduzione e stato nel Cdm, quando i nostri ministri sono stati costretti a non partecipare al voto. Se noi prendiamo impegni con il governo, con il Parlamento, coi cittadini e siamo coerenti, chi si può permettere di contestare questa linearità e questa coerenza?». «Noi chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio, transizione ecologica e questione sociale, che è esplosa. O si danno risposte vere, strutturali, importanti, oppure nessuno può avere i nostri voti».