La svolta pro- diritti di Luigi Di Maio riporta il sereno all’interno del Movimento 5 Stelle. Le ultime uscite del vicepremier grillino in chiave anti- Lega incassano il plauso anche di alcuni esponenti di quell’ala dissidente che non ha mai mancato di far sentire la propria voce critica sulle scelte dei vertici M5S. A partire dalla senatrice “ribelle” Elena Fattori.

«Bene la svolta - dice all’Adnkronos la parlamentare -, purché non sia solo immagine». Fattori lancia poi un appello al capo politico: «Sarebbe un segnale importante chiudere la vicenda delle nostre espulsioni». Il riferimento è al procedimento disciplinare aperto nei confronti della senatrice di Genzano e della collega Paola Nugnes. Per ora i probiviri 5 Stelle non si sono ancora espressi sulla loro situazione. «Ad oggi osserva ancora Fattori - le sanzioni sono soprattutto nei confronti di chi si è opposto all’appiattimento nei confronti della Lega.

Quindi, al di là della comunicazione, nei fatti non è cambiato nulla». E fare «i fatti» secondo la senatrice vuol dire non solo archiviare la pratica espulsioni ma anche abbracciare tout court il tema dei diritti umani, perché, spiega, «a un mese e mezzo dalle elezioni dopo il decreto sicurezza e la vicenda Diciotti è facile fare maquillage». Parlando con un suo collaboratore, un sottosegretario M5S benedice il nuovo corso: «Questo è il Di Maio che ci piace e ci rappresenta in toto: nessuna paura di far valere i nostri temi con Salvini, concentrato a far prevalere la nostra identità. Insomma l’atteggiamento che alle politiche ci ha portato al 33%. Ha ingranato la marcia, sono certo che affronteremo alla grande questa campagna elettorale per le europee».

La sfida ora si chiama salario minimo garantito.

Secondo il deputato Michele Sodano, «Di Maio sta affermando quella che è l’identità più verace del Movimento 5 Stelle, un movimento post ideologico che vuole salvare l’Italia dalla deriva di corruzione».