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Luigi Di Maio riannoda la cravatta per un giorno e torna a parlare da leader del Movimento 5 Stelle. In diretta Facebook, il ministro degli Esteri prova a dare la scossa a un partito allo sbando e lancia mobilitazioni di piazza e avvertimenti agli alleati. «Sapevamo e sappiamo che il sistema avrebbe provato a cancellare le leggi fatte in un anno. Quando è così c’è una sola risposta e quella risposta è il popolo italiano contro questo osceno atto direstaurazione», dice l'ex capo politico, riscoprendo i toni barricaderi delle origini. Al centro dello scontro: il taglio dei parlamentari, il reddito di cittadinanza e, ovviamente, la riforma della prescrizione su cui la maggioranza balla a Palazzo Chigi come in Aula. «Abbiamo tagliato i vitalizi e loro se li vogliono riprendere. Abbiamo fatto la legge sulla prescrizione, che è legge dello Stato, e adesso e la si sta rimettendo in discussione per provare a cancellarla. Abbiamo fatto il reddito di cittadinanza e c’è chi sta lanciando il referendum per prendersi quei soldi e metterli chissà dove», attacca Di Maio. «Non si può governare un Paese o stare all’opposizione pensando a come abolire le leggi del Movimento 5stelle», è il messaggio recapitato soprattutto agli alleati. «Bisognerebbe pensare al futuro, a quali leggi fare.Invece io vedo che non si dà respiro neanche di un anno o disei mesi ad una legge approvata per poi cambiarla di nuovo». Poi l'ex capo politico entra nel merito: «A ottobre 2018 abbiamo abolito i vitaliziper circa 280 senatori... In questi giorni si stanno riprendendo ivitalizi che abbiamo tagliato. C’è una commissione che ha ricevuto 700ricorsi di ex senatori che, poverini, adesso rivogliono il vitalizio. A capo di questa commissione c’è il senatore Caliendo di Forza Italia, che, se quella commissione accoglie i ricorsi, avrà il vitalizio quando smetterà di fare il senatore. Una persona totalmente inconflitto di interessi». Il taglio dei vitalizi, ammette Di Maio, non è una questione economica «ma di giustizia sociale. So che nelle famiglie cisono ancora tanti problemi: il lavoro dei figli, la pensione deinonni, le tasse, la burocrazia. Ma almeno abbiamo cominciato a eliminare un pò di ingiustizie. Se dovremo fare dei sacrifici per risolvere dei problemi, li faremo insieme e non con una classe politica che chiede sacrifici ma si prendei privilegi». E per fermare la "restaurazione", il nuovo capo popolo M5S chiama a raccolta la sua base, nel tentativo di ridare slancio movimentista a una forza politica senza più appeal elettorale, secondo i sondaggi e secondo le urne: «Credo che questo momento in piazza, sabato15 febbraio, sia un’occasione importante per far sentire la nostravoce come popolo. Infatti non chiedo solo alle persone del M5S divenire in piazza, ma a tutte le persone che credono nella giustiziasociale in questo paese»