È un Andrea Delmastro soddisfatto quello che in conferenza stampa a palazzo Chigi ha presentato i nuovi Protocolli operativi della polizia penitenziaria. Al fianco del sottosegretario alla Giustizia c’erano il capo del Dal e la suo vice, Giovanni Russo e Lina Di Domenico.

Delmastro ha parlato di «un risultato storico, erano anni che la polizia penitenziaria chiedeva fin dove fosse possibile spingersi per garantire l’ordine, la sicurezza e la legalità nella gestione delle criticità che quotidianamente affliggono il carcere e in particolare degli eventi critici. Da oggi finalmente queste regole di ingaggio ci sono e sono chiare e precise».

Il sottosegretario ha spiegato che sono stati «presentati a tutte le organizzazioni sindacali di categoria, ottenendone il consenso». Chiarendo anche che «si tratta non di uno “scudo penale”, che la penitenziaria non ci aveva chiesto, ma di un vero e proprio manuale operativo scritto da vari comandanti di istituto, indicati dagli stessi sindacati: operativo da subito, dovrà essere integrato naturalmente da un adeguato percorso di formazione.

Limitatamente ai casi indispensabili, il concetto ispiratore è quello del minor gradiente possibile di uso della forza finalizzato al miglior risultato possibile. Va ripristinata l’idea che l’unica gerarchia possibile all’interno degli istituti è quella di chi indossa la divisa e non della criminalità».

Per il capo del Dap, Giovanni Russo, si tratta di «un’operazione di legalità e trasparenza. Di legalità, perché il Corpo da anni chiedeva inascoltato delle norme cui attenersi partendo dal presupposto che il carcere deve essere il luogo dei diritti dei detenuti ma anche di chi è chiamato a mantenerne la sicurezza. Di trasparenza, perché il nuovo manuale nasce alla luce del sole e sarà adottato in tutte le scuole di formazione. Ieri lo abbiamo consegnato al Garante dei detenuti, chiedendone la collaborazione. «L’uso della forza - ha spiegato Lina Di Domenico - previsto solo laddove indispensabile e deve rispettare criteri di proporzionalità. L’addestramento alle tecniche MGA (Metodo globale di autodifesa) richiederà tempo ma più sarà alto il livello di preparazione degli agenti più saranno garantiti i diritti dei detenuti».

Soddisfatto, come tutti i suoi colleghi, Massimiliano Vespia, segretario generale della Fns Cisl per «la concretezza con il quale il sottosegretario Delmastro ha portato avanti questa situazione, la stessa che riteniamo continuerà a mettere sulle altre questioni che stiamo affrontando nei diversi incontri» Delmastro ha anche annunciato: «84 milioni di euro per 8 nuovi padiglioni detentivi. I refrain quando si parla di sovraffollamento sono due: un bel “svuotacarceri”, e non è il nostro, o l’edilizia penitenziaria, la nostra risposta». Il sottosegretario ha parlato anche di detenuti stranieri e tossicodipendenti: «Un terzo dei detenuti sono stranieri e un terzo tossicodipendenti. È necessario incrementare i trattati bilaterali finalizzati a ottenere che i primi possano scontare la pena nei Paesi di origine anche in assenza del loro consenso e lavorare ad un intervento legislativo che dia ai secondi la possibilità di scontare la pena presso strutture di disintossicazione».