Dopo la conferenza stampa da lui stesso definita di «autodifesa» della città, il sindaco di Bari Antonio Decaro oggi è passato al contrattacco, partecipando a Roma alla manifestazione di Libera contro le mafie per ribadire il suo impegno da primo cittadino in costante opposizione alla criminalità organizzata.

«La lotta alla mafia si fa sicuramente con le azioni investigative, con le forze dell’ordine e la magistratura che fanno un lavoro straordinario, ma si fa anche con l’antimafia sociale, con l’impegno quotidiano di ciascuno di noi e con giornate come questa, che fanno vedere da che parte sta il Paese», ha detto Decaro, accolto da don Ciotti. Definito dallo stesso sindaco «un faro, un punto di riferimento» e ringraziandolo per le parole di solidarietà. Poco prima infatti don Ciotti si era schierato dal palco al fianco di Decaro, «che alle mafie non le ha mandate a dire» e mettendo in guardia «dalle speculazioni» perché «per lui parla la sua vita».

Alla manifestazione al Circo massimo erano presenti anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, e il presidente M5S Giuseppe Conte, che si sono confrontati nel retropalco ed entrambi hanno portato il proprio sostegno al primo cittadino. «Capisco perfettamente il sindaco Decaro con il suo impegno personale e che abbia espresso tutto il suo sconforto ma credo che, documenti alla mano, non avrà difficoltà a testimoniare alla Commissione le ragioni che lo spingono a ritenere fuori luogo la prospettiva di scioglimento», ha detto Conte parlando poi di «chiaro attacco politico» del centrodestra e consigliando al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi «prudenza».

E se non è arrivato alcun commento sulla vicenda da parte della presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo e dal Procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo, si è invece esposto l’ex capo della Dna Federico Cafiero De Raho, oggi deputato del M5S. «Il sindaco Decaro, da quello che si sa, è una persona rispettabilissima e quindi fare di tutta l’erba un fascio diventa qualcosa di irrazionale, incivile e deprecabile - ha detto De Raho - Soprattutto per chi assume incarichi importanti come quello di sindaco le cose vanno guardate con molta attenzione: siamo spesso vittime di una strumentalizzazione politica e ciò non dovrebbe avvenire soprattutto in Parlamento».

Della questione sono tornati a parlare anche i due esponenti di Forza Italia chiamati direttamente in causa da Decaro nell’ormai celebre conferenza stampa. «Noi parlamentari pugliesi di centrodestra siamo andati dal Ministro dell’Interno a sottolineare la necessità di un chiarimento, in totale trasparenza e nell’interesse della cittadinanza, rappresentiamo un territorio, dunque avevamo pieno diritto di farlo - ha spiegato il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto - il Ministero e il Prefetto avevano tre possibilità: non fare nulla, nominare una commissione d’accesso o procedere allo scioglimento senza nominare la commissione: è stata scelta la via, più prudente, dell’accertamento». E definendo poi «folcloristica, smodata e alquanto debole nei contenuti» la reazione di Decaro.

Il vice di Colosimo, Mauro D’Attis, anch’egli forzista, parla di «minacce» e «attacco di basso profilo» da parte cittadino» e definisce «evidenti» le condizioni per ipotizzare lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Bari.