«Se il Governo ricorrerà contro la legge della Regione Toscana sul fine vita, significherà che vuole fare una legge nazionale, altrimenti sarà un invito alle Regioni a legiferare autonomamente su questo tema», ha dichiarato Michele de Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna, durante la conferenza territoriale sociosanitaria a Reggio Emilia. La dichiarazione arriva dopo che il Tar dell'Emilia-Romagna ha accolto la sospensiva sulle delibere attuative della Regione in merito al suicidio assistito.

De Pascale ha aggiunto: «Noi riteniamo che, in assenza di una norma nazionale, abbiamo fatto la cosa più corretta, prendendo i principi costituzionali affinché tutte le Ausl della nostra regione li interpretino allo stesso modo». Ha poi sottolineato che una data cruciale è il 15 maggio, quando il Tar prenderà una decisione definitiva sulla sospensiva. «Quello di pochi giorni fa è stato un anticipo monocratico del presidente del Tar sulla decisione che deve essere presa tra 15 giorni. Lo stesso giorno, scadranno anche i termini per il ricorso in Corte Costituzionale sulla legge della Regione Toscana, e per quella data sapremo se il Governo deciderà di impugnarla o meno», ha spiegato.

Inoltre, De Pascale ha sottolineato la sua posizione sull'autonomia regionale in materia di questioni etiche, come il fine vita. «Uno dei miei primi atti è stato ritirare l'autonomia differenziata: non possiamo accettare che in 20 Regioni ci siano 20 regole diverse, con il rischio di un 'turismo dell'accanimento terapeutico', dove le persone si spostano alla ricerca della norma che preferiscono. Per me, questo è inciviltà. Un Paese che ha venti norme diverse non è accettabile», ha detto il governatore.

«Se passasse il principio che ogni Regione può legiferare autonomamente su temi etici e sensibili, come la legge 194, sarebbe pericoloso. Le Regioni dovrebbero rimanere entro i confini di leggi uniche e precise a livello nazionale, per tutelare la dignità e i diritti di tutti i cittadini», ha concluso.