Malan Ride soddisfatto, ci manca poco che applauda, Malan anche quando Matteo Renzi viene accusato di «populismo dall'alto» e di «arroganza». E anche un big forzista come Maurizio Gasparri, seduto in prima fila con lo stato maggiore azzurro () sembra che se la rida tra sé e sé. Ma chi sta parlando? Silvio Berlusconi? No, Massimo D'Alema. Tutti uniti per il No, sembra già intravvedere la possibilità di un governo di grande coalizione in caso di sconfitta di Renzi al referendum? Forse è troppo presto o malizioso pensare che si tratti di prove tecniche per tornare a larghe intese senza l'inquilino di Palazzo Chigi. Ma è un fatto che l'ex premier, primo e finora unico ex comunista a salire alla plancia di comando di palazzo Chigi, menando un fendente dietro l'altro al premier, sorridendo di gusto, come in uno show, galvanizza lo stato maggiore forzista seduto in prima fila al residence di Ripetta a Roma. Con gli azzurri si mescola tutta la sinistra per il No, da quella del Pd rappresentata dal bersaniano Davide Zoggia (che annuncia "con sofferenza" il pollice verso al referendum) a Stefano Rodotà e Pippo Civati. In sala ci sono anche molti giovani insieme con vecchie glorie contro il Sì come Paolo Cirino Pomicino e Lamberto Dini. C'è anche tra gli illustri "ex" Gianfranco Fini. L'appuntamento era stato dato in sordina quasi all'ultimo dalla fondazione dalemiana Italianieuropei e da quella di Gaetano Quagliariello, ex ministro Pdl, fondatore del gruppo "Idea", Magna Charta. Centrosinistra e centrodestra uniti per il No.D'Alema e Quagliariello hanno illustrano una proposta di legge, che il centrodestra sembra pronto a sottoscrivere e che in 3 punti prevede la riduzione del numero dei parlamentari a 600 (per Camera 400 e Senato 200); una camera di conciliazione per eventuali stalli dovuti al bicameralismo; la fissazione nella Costituzione del principio che affida agli elettori la scelta dei parlamentari. «Per chiudere definitivamente la stagione dei nominati», attacca D'Alema. Malan confida a Il Dubbio: «E pensare che noi bocciammo cose in passato molto peggiori di quelle che ora il governo propone». Il riferimento è alla Bicamerale di D'Alema che al residence di Ripetta sembra riessersi materializzata, come una Bicamerale che però ha trovato l'accordo tra centrosinistra e centrodestra contro l'avversario che si è trasformato nel partito della Nazione. E' d'accordo Gasparri? «Mica male questa sintesi?», risponde a Il Dubbio il vicepresidente del Senato, contrario a ritorni a Patti del Nazareno.Non è un caso che D'Alema all'inizio la metta proprio così: «Qui non c'è nessun blocco per il No, il blocco è un altro: quello del Partito della Nazione». Un blocco che definisce «coeso e minaccioso, che manda insulti», un blocco «sostenuto dai cosiddetti poteri forti (evoca anche nomi come JP Morgan a un certo punto ndr) che minacciano la rovina del Paese nel caso il Sì venisse sconfitto». L'ex premier non manca di rispondere indirettamente a Luca Lotti che lo aveva definito «accecato dall'ira per aver perso poltroncina» ricordandogli che lui ha rinunciato anche a quella di parlamentare. Ride divertito anche l'ex ministro delle Riforme quando il "leader Massimo" definisce «futuristica» la mania «della velocità di Renzi e del suo governo» e ricorda rispondendo al premier e segretario del Pd che non è vero che «treni come questa riforma passano solo ogni quarant'anni». Perché «Le ferrovie funzionano, i treni circolano, diciamo?». E la sala quasi viene giù dalle risate. Così come quando in modo autoironico ricorda che lui «non è un pericoloso sovversivo» e che quindi «in democrazia si ha il diritto di pensarla diversamente», tanto più in un partito come il Pd, di cui, ricorda la carta dei valori che disse «basta alla stagione delle riforme fatte a maggioranza», accusando di fatto Renzi di averla tradita. Poi a chi lo accusa di favorire con il No Grillo, un'altra battuta salace: «La sconfitta di Roma ha aperto le porte a Grillo».Ecco, il modo come «il Pd ha perso, aprendo la strada ai Cinque Stelle» nella Capitale, per "Max" «è proprio un caso da manuale che dimostra quello da non fare mai in politica, diciamo?». Gasparri chiosa con Il Dubbio: «Sottoscriverò la proposta di D'Alema? A me tutto quello che è contro Renzi va bene». E Romani, capogruppo azzurro al Senato, dopo aver spiegato perché si ruppe il patto del Nazareno, conferma «il No convinto di FI». Bicamerale dei "Dalemoni" contro il Partito della Nazione? Il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini incrociato da Il Dubbio allarga le braccia e risponde con tono ironico: «Auguri». Ma non c'è dubbio che quella di D'Alema, riuscito a riunire anche il centrodestra, è una mossa a sorpresa per i suoi avversari interni che lo avevano dipinto come "ormai isolato".