«Mobilitiamoci». Il coro delle toghe di fronte all’accordo sulla riforma del Csm è unanime: con le nuove regole autonomia e indipendenza verranno spazzate via, a favore di un magistrato «pavido e burocrate e una giustizia di tipo difensivo, che pregiudicherà la tutela dei diritti dei cittadini», tuona Mariarosaria Savaglio, segretaria nazionale di Unicost. E grossomodo il timore accomuna tutti, toghe di destra, di sinistra e moderate, pronte a piantare le tende in piazza pur di evitare quello che già per tutti è uno stravolgimento dei principi costituzionali. Concetto ribadito a gran voce dall’Anm, che attraverso il segretario Salvatore Casciaro sottolinea il pericolo di «una regressione culturale» che mira alla separazione delle carriere, anche se ciò non viene dichiarato apertamente. «Per evitare di affrontare il nodo dei principi costituzionali - sottolinea - si addiviene a una sostanziale incomunicabilità delle funzioni». A spaventare è soprattutto il fascicolo di performance dei magistrati: «Attenzione alle statistiche, scrupoloso ossequio alle direttive dei dirigenti e ai precedenti giurisprudenziali guideranno l’attività dei magistrati», con lo scopo di svilire «l’alto senso della funzione». Scelta che porterà in dote, secondo Casciaro, «atteggiamenti di conformismo giudiziario, se non addirittura difensivistici». Dal canto suo, Magistratura Indipendente ricorda come quella del magistrato sia l’unica categoria del comparto pubblico sottoposta periodicamente a delle valutazioni di idoneità - a dire il vero positive nel 99% dei casi -, «verifiche necessarie per non essere licenziati» che vengono «spacciate per promozioni». Nel fascicolo, ora, rientreranno anche le statistiche sui “successi” dell’attività di giudici e pm. Per MI, ciò provocherà un condizionamento a cascata, facendo così passare il messaggio che esista «una magistratura alta e una bassa», con un conseguente appiattimento dei magistrati «sulle idee di chi sta più in alto». Da qui la richiesta di una mobilitazione, condivisa anche dalle toghe di Autonomia e Indipendenza, che invocano lo sciopero attraverso la voce del coordinatore Guido Marzella. Che contesta anche il nuovo sistema elettorale. «Si sbandiera che dovrebbe togliere potere alle correnti, ma è una bufala gigantesca: favorisce le più forti».