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Cosimo Ferri
«Apprendiamo dalla stampa che al tavolo dei partiti di maggioranza che discutono con la Ministra Cartabia la riforma del Csm è costante ed attiva la presenza dell’On. Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa per il mandato elettorale, già segretario di Magistratura Indipendente e componente del Csm per quella corrente». È quanto scrive il coordinamento di Area democratica per la giustizia, AreaDg, per il quale la presenza del deputato di Italia Viva alle riunioni con la guardasigilli rappresenta un «plateale conflitto di interessi». Ad allarmare le toghe progressiste guidate dal segretario Eugenio Albamonte, è infatti la prospettiva che Cosimo Ferri, attualmente sotto procedimento disciplinare al Csm, si trovi a decidere sullo lo statuto e la composizione del Consiglio che dovrà giudicarlo. Nella nota, si ricorda infatti che Ferri «insieme a Luca Lotti ed altri magistrati, tra i quali Luca Palamara, ha partecipato alla riunione notturna all’Hotel Champagne di Roma, nella quale si discuteva di chi nominare all’incarico di Procuratore di Roma e di altre Procure, secondo logiche spartitorie e con l’intenzione di condizionare il Csm nelle sue decisioni in funzione di interessi personali e specifici di alcuni partecipanti alla riunione». E che il procedimento in corso a Palazzo dei Marescialli, scaturito da quei fatti, risulta «rallentato da numerose questioni procedurali, da lui avanzate, tra le quali una oggetto di un conflitto di attribuzioni fissato dalla Corte Costituzionale per il 14 settembre che, quindi, rischiano di posticipare la decisione di fronte al prossimo Consiglio Superiore». Cioè lo stesso Consiglio, sottolineano le toghe di Area, «che verrà eletto in base alle nuove regole che si vanno delineando e che verrà riformato in base alla legge in discussione al tavolo politico nel quale l’On. Ferri è così attivo». «Siamo fortemente preoccupati da questo plateale conflitto di interessi e ancor più dal fatto che l’ambiente politico non ne abbia tratto le doverose conseguenze. Non solo da parte del partito, nel quale l’On. Ferri milita, ma anche degli altri partiti di maggioranza che siedono al tavolo senza rilevare la grave inopportunità», si legge ancora nella nota. «Siamo assolutamente convinti - concludono le toghe - che una netta separazione dalla politica e dai partiti sia indispensabile per consentire alla magistratura di recuperare credibilità e non ricadere in prassi esecrabili. Ma in questo caso vi è ben di più di una impropria sovrapposizione di ruolo nella stessa persona».