In Aula, durante la discussione sulla manovra economica, il parlamentare di Fratelli d’Italia Guido Crosetto ha ammonito il governo: «Con questa manovra guardate ai prossimi sei mesi, non al futuro del Paese». E oggi individua in modo chiaro il nemico del futuro: «Tutto è bloccato a causa del contratto di governo».

Perchè questa manovra è poco lungimirante, secondo lei?

In una situazione economica come la nostra, la manovra dovrebbe prevedere un aumento di spesa che vada a ridurre la pressione fiscale, oppure ad incentivare gli investimenti. In altre parole: servono moltiplicatori della crescita superiori a uno. Per farle un esempio: secondo i dati Istat, l’investimento di un euro in innovazione tecnologica rende 2 euro; l’investimento di un euro in reddito di cittadinanza ne restituisce 0,7. Non è questo ciò che serve al Paese, noi lo diciamo da sempre e un tempo lo diceva anche la Lega.

E il governo ha capito la gravità della situazione? Ormai l’allarme arriva da molti fronti.

Ma certo, hanno assolutamente capito la situazione in cui si trovano loro, in cui si trova l’economia e in cui il Paese si ritroverà il prossimo anno.

E allora perchè la manovra non cambia?

Perché entrambi non riescono più a scappare dalle promesse elettorali che hanno fatto in marzo. La verità è che, dentro l’alleanza di governo, è in atto una competizione elettorale in vista delle elezioni Europee e i grillini stanno rincorrendo la Lega in questa gara a due.

E quindi non cambiano nulla per paura di perdere consenso?

I 5 Stelle ma anche la Lega non sono in grado di liberarsi dalla trappola che si sono costruiti e che si chiama contratto di governo. Stanno andando avanti provando in tutti i modi a rispettare una promessa elettorale, pur sapendo che non ci sono le condizioni economiche. Attenzione, non solo quelle italiane, ma anche quelle di crescita mondiale.

Il governo rischia la crisi, con questa manovra?

Sicuramente il loro problema più caldo, ora, è quello economico. I dati parlano chiaro: la crescita promessa non ci sarà, indipendentemente dalla loro manovra. Non solo, la loro manovra aggraverà la situazione.

Da più parti si dice che sarà la Lega ad accusare di più il colpo, perché tradirà il ceto medio produttivo del nord che l’ha votata.

Io vengo dal nord produttivo e le dico che le persone ancora sperano che noi riusciamo a far ragionare i leghisti. La gente mi dice: parlate con loro e cambiate le cose. Il problema è quello che le ho detto prima: il contratto che i 5 Stelle invocano sempre impedisce alla Lega di cambiare alcun che, perché è costruito su un do ut des.

Una cosa alla Lega e uno ai 5 Stelle?

Certo. Se la Lega vuole il decreto Sicurezza, per esempio, deve digerire il ddl Anticorruzione, compresa la prescrizione e la messa in stato di accusa di tutti i partiti tranne i 5 Stelle. Le assicuro che la Lega stessa non avrebbe mai votato una cosa del genere, ma per portare a casa una cosa e deve cedere su un’altra. Al governo vanno avanti così.

Nessun margine di interlocuzione?

Le dico sinceramente che noi di Fratelli d’Italia abbiamo un confronto con tutti, sia con i colleghi della Lega che con quelli dei 5 Stelle. Anzi, constato una buona apertura al dialogo, anche se purtroppo poi non si arriva a fare le cose che noi riterremmo più giuste. Per esempio, le assicuro che con il Ministro Bonafede, un galantuomo, ho avuto una interlocuzione splendida sul ddl Anticorruzione, anche se poi il provvedimento uscito dall’Aula è la negazione di uno stato di diritto e democratico.

Quindi a tu per tu il confronto c’è, ma poi nei fatti non serve a nulla?

Glielo ripeto, Lega 5 Stelle sono bloccati dal contratto. L’esempio lampante è stato il ddl Anticorruzione: quando la Lega ha tentato di discostarsene perchè non condivideva il merito, gli altri le hanno detto che non c’era alcun margine di modifica e il discorso si è chiuso così.

Fino a quando questo impianto reggerà. Lei diceva sei mesi?

Io penso che il sodalizio durerà fino a quando il mondo reale non scoprirà sulla sua pelle l’impatto sulla quotidianità di alcuni provvedimenti. Il mio timore è che gli impatti economici negativi possano arrivare prima della consapevolezza da parte dei cittadini. Io ovviamente spero di no, ma il rischio che alla fine questa superficialità di visione, o per meglio dire la volontà di non guardare che cosa sta succedendo, avrà effetti pesanti e molto velocemente.

Questa impasse è influenzata dal voto europeo di maggio?

Certamente, il voto europeo pesa tantissimo. Il credo che il governo sperasse di arrivare alla scadenza elettorale senza dover prima pagare dazio, con il vento in poppa. Invece, si è messa di traverso l’economia mondiale: si è verificata, non solo in Italia, una inversione di tendenza. Ora non si cresce più, ma il trend è quello di una stabilità o di una decrescita e questo ha colto impreparato il governo.

Con quali possibili conseguenze?

Che il governo non arrivi alle Europee.

E voi, che rappresentate la parte di centrodestra all’opposizione, aspettate al varco?

Noi ora stiamo cercando di spiegare che alcune scelte rischiano di essere pesanti e non più rimediabili, perché sarà tardi. Stiamo sfruttando tutto il nostro margine di dialogo, per cercare di minimizzare i danni. Accanto a questo, noi di Fratelli d’Italia continuiamo a tenere acceso il lumicino dell’alleanza di centrodestra.

Con l’ipotesi di entrare a far parte di un governo di centrodestra con Salvini premier dopo le Europee?

No, glielo dico in modo chiaro: per un nuovo governo, servono nuove elezioni. Io non accetterò mai un governo che nasca comprando i transfughi di altri partiti.

Eppure l’ipotesi stuzzica Forza Italia.

Io lo dico da tempi non sospetti: Fratelli d’Italia è contraria a governi nati in vitro. Non ci piacevano quando erano fatti contro di noi e non lo faremmo mai ad altri, anche se avversari.