“Il testo sul Global Stocktake è stato approvato alla Cop28, è cambiato da quello proposto dal presidente, petroliere, AlJaber, e traccia la via per l'uscita dalle fonti fossili, per la prima volta da quando si riunisce. L'Italia, imbarazzante, ha perso una occasione d'oro, perché non era presente al voto: il ministro Pichetto Fratin è partito 2 giorni fa, invece di fare come la ministra spagnola per la transizione ecologica Teresa Ribeira, che ha lottato fino in fondo perché il testo iniziale, voluto dal sultano petroliere, venisse cambiato in meglio, ed ha vinto. Invece Pichetto Fratin e Giorgia Meloni hanno isolato l'Italia anche alla COP28, con le loro posizioni troppo comprensive delle ragioni del petrolio, ovvero di sauditi e russi”. A dirlo è il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli, per il quale “l’approvazione del testo è una buona notizia, non è una vittoria ma nemmeno una sconfitta e ora bisogna lavorare perché le indicazioni si traducano in atti vincolanti nelle politiche dei governi”. 

Il problema è la “fuga” del governo dalla conferenza sul clima a Dubai, per Bonelli, che oggi in Aula ha regalato un dizionario di inglese al ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin. “Dopo essere fuggito dalla conferenza sul clima di Dubai e non avendo partecipato alle trattative dando così una pessima immagine dell'Italia, oggi nel suo comunicato scrive cose errate e fuorvianti”, ha affermato il leader di Europa Verde. “Il testo sul Global Stocktake non riconosce ‘il ruolo transitorio dei combustibili fossili’, come dichiarato dal ministro, ma proprio l'opposto: una transizione fuori da essi per emissioni zero nette al 2050 senza se e senza ma; il testo riconosce solo in modo generico che ‘combustibili di transizione’ possono giocare un ruolo ma non specifica né quali siano né come né per quali paesi ciò sia vero; nel testo non rientrano in alcun modo i biocombustibili, i quali devono ancora dimostrare se siano davvero a basse emissioni, visto gli impatti della loro produzione sui suoli, sulla natura, sulla biodiversità e sui sistemi alimentari; il testo non menziona in alcun modo un ruolo chiave per nucleare e idrogeno, come affermato dal Ministro, ma relega queste opzioni a un generico ruolo e, soprattutto, secondario rispetto ai chiari e forti impegni su rinnovabili, efficienza energetica e batterie, che il testo sottolinea esplicitamente come le tecnologie chiave, quelle più economiche e disponibili oggi (tutto il paragrafo 30 è dedicato a questo)”, si legge in una nota.


“Non so perché il ministro abbia scritto cose errate, forse perché il testo era in inglese e non lo ha ben compreso? In ogni caso Pichetto Fratin oggi con il suo comunicato ha detto quello che pensa il governo Meloni, ovvero che le fonti fossili sono per loro, purtroppo, ancora il futuro”, ha concluso Bonelli. Da parte sua il ministro, rispondendo al question time, ha precisato “rispetto a tutte le sterili polemiche che in queste ore ho avuto modo di leggere, che il Governo e il Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica è stato sempre presente ed è tutt'ora presente a Dubai attraverso i suoi rappresentanti istituzionali. Attraverso un lavoro di squadra abbiamo chiuso un negoziato importantissimo per l'Italia che è riuscita a far emergere il ruolo delle nuove tecnologie e dei biocarburanti nel processo di decarbonizzazione”.