Accoglienza tiepida e nemmeno un applauso, ma vince il fair play. Si conclude così la visita del premier Conte alla festa di Fratelli d'Italia, Atreju. Il premier ha accettato l'invito di Giorgia Meloni, che gliene dà atto come "atto di coraggio" ed è stato accolto con rispetto, non certo con calore, ma con curiosità e interesse e nessuno si aspettava che portasse anche il figlio Niccolo', una presenza che ha reso più a misura umana, e non solo politica, l'evento in connubio con Bruno Vespa che cura l'intervista sotto il un tendone davanti a diverse centinaia di persone. Tra i vari argomenti, Conte ha affrontato anche quello della nascita di Italia viva: "Renzi non l'ho mai sentito, non l'ho sentito durante la formazione di governo perche' mi sono relazionato con il segretario. Renzi mi ha chiamato la sera prima della sua decisione, adesso mi stanno attribuendo rabbia. Nulla di tutto questo, ma sono stato chiaro con lui: ho detto che se mi avesse chiamato prima avrei preteso che il tavolo d'interlocuzione avvenisse anche col suo gruppo", ha detto il premier, Giuseppe Conte. "Renzi e' un demolition man? "non ho motivo di crederlo", ha aggiunto. Alla fine, certo, il grido liberatorio mentre il premier lasciava il tendone: "Elezioni, elezioni!". Ma per il resto, trionfo del fair play. Tanto da colpire lo staff di comunicazione del premier. Pensavo già di dover indossare i panni della vittima, avrebbe detto Rocco Casalino a Giorgia Meloni. Che, per tutta risposta, ha ribattuto a modo suo: "Sai quanti Casalino servono per fregarci...". Alla fine Conte ha commentato: "Non condivido le idee di Fdi, ma il confronto mi ha arricchito".