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Conte al fianco di Schlein
A poco meno di due mesi dal voto, s’infiamma la corsa per le Regionali in Liguria, dopo il travagliato addio di Giovanni Toti in seguito all’inchiesta che lo ha coinvolto negli scorsi mesi.
La miccia è stata accesa nel fine settimana, con il via libera da parte del Movimento 5 Stelle alla candidatura dell’ex ministro della Giustizia, il dem Andrea Orlando. Nome sul quale convergono anche Avs e Azione, o quantomeno la galassia ligure del partito. Da Roma Carlo Calenda ha fatto sapere che per il suo sì definitivo servirà «vedere il programma», ma sembra ormai cosa fatta.
Diverso il discorso per Italia viva, che si è detta pronta a parlare dell’addio al sostegno al sindaco di Genova Marco Bucci, di centrosinistra, come chiesto dal Pd. Il punto è che questo potrebbe non bastare a far digerire ai pentastellati l’ingresso dei renziani in coalizione. Sarà la segretaria del Pd, Elly Schlein, a dover trovare la sintesi.
Nel frattempo le acque sono ancora agitate anche nel centrodestra, con il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, in prima fila per giocarsela contro Orlando, ma resta sul campo l’idea della candidatura di Ilaria Cavo, in continuità con Toti, o di un civico, per non scontentare nessuno. Sul punto, si sono espressi ieri sia lo stesso prima cittadino di Genova Bucci che Rixi.
«Oggi serve un candidato condiviso che vada nel solco della giunta uscente rispetto a sviluppo economico e rilancio del territorio - ha detto quest’ultimo Mi spiace siano uscite indiscrezioni su miei pronunciamenti negativi sulla figura di Ilaria Cavo: non è così». Cavo, per Rixi, è «un’ottima deputata ed è stata un bravissimo assessore nella giunta di Giovanni», tuttavia «le scelte vanno condivise, altrimenti si creano malintesi a livello territoriale che rischiano di indebolire l’alleanza». Insomma, no grazie.
Ma intanto il tempo stringe e per questo il numero due di Matteo Salvini al Ministero spiega che «le scelte normalmente non si prendono in 5 minuti» ma che per lui «si può scegliere tranquillamente questa settimana». E rincuorandosi poi per il fatto che «il centrosinistra è partito col piede sbagliato, contro qualcuno e non per il territorio». Pronta la risposta di Orlando. «Noi non odiamo nessuno ha spiegato - contestiamo con tutte le nostre forze un metodo che ha indebolito e screditato la Liguria».
Ma al Salone nautico ha parlato anche lo stesso Bucci, che ha scelto di trattare l’argomento in stile marittimo. «La campagna elettorale è come l’America’s Cup - ha detto in riferimento alla competizione velica in corso a Barcellona - Il challenger è il primo che deve farsi vedere, poi c’è il defender che lavora per ultimo. Noi siamo il defender, abbiamo la coppa in casa, quindi siamo gli ultimi a doverci dichiarare. Gli altri si sono dichiarati per primi, va bene così» . E definendo poi «positivo» il dibattito nel centrodestra. Lo stesso primo cittadino ha parlato poi del possibile addio di Renzi alla sua giunta, o meglio alla sua coalizione. «Ora come ora Renzi non è nella giunta, le persone che sono dentro la giunta hanno detto a chiare lettere che non escono ma poi saranno loro a decidere, io lascio libertà a tutti - ha spiegato il sindaco - Ognuno deve fare quello che ritiene opportuno. Siamo in un Paese dove c’è la libertà.
La libertà è un valore importante per tutti, dopodiché io prenderò le mie decisioni in funzione di chi rimane, cosa rappresenta e come facciamo a portare avanti il programma perché noi dobbiamo portare avanti il programma» . E proprio sul programma, ma di Orlando, deciderà cosa fare Azione, al cui interno tuttavia si stanno confrontando diverse anime. Tra qui quella del responsabile Giustizia del partito, Enrico Costa, per il quale «il campo largo in Liguria è la proiezione della piazza forcaiola di Conte- Schlein-Bonelli-Fratoianni, unita dalla scorciatoia giudiziaria» e quindi «sarebbe sorprendente che una forza garantista si ponesse anche solo il dubbio se stare dentro o fuori o si prestasse a qualche escamotage» . Chi invece è sicuro sul da farsi è il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo il quale «costruire l’alternativa a questa destra è possibile a partire dalle prossime elezioni regionali e in primis in Liguria».
Ma in caso di alleanza larghissima sarà proprio coi Verdi che plausibilmente Calenda e Renzi dovranno fare maggiormente i conti, visto che per Bonelli «bisogna ribaltare le politiche aggressive di questa destra nei confronti del territorio e dell’ambiente e mettere al centro la sanità pubblica». Parole che potrebbero far venire più di un dubbio a chi, come Azione e Iv, da sempre punta tutto su infrastrutture e investimenti.